Non si può certo dire che Walt Disney non credesse nel valore dei sogni che da sempre ha cercato di trasmettere nella sua poetica: da Oswald a Topolino, arrivando a Biancaneve e i sette nani, il primo lungometraggio animato (a colori e con il sonoro) che ha di fatto iniziato una vera e propria rivoluzione artistica. Ma il sogno più grande di Walt era un altro. Da sempre desideroso di animare la natura, i fiori e gli alberi, il suo desiderio era di riuscire a coniugare l’animazione e la musica classica, dando vita a un’opera ambiziosa, che nel 1940 finalmente riesce a prendere vita: Fantasia.
La genesi del film non è stata semplice, anzi, lo stesso Walt è stato osteggiato più volte dopo il fallimento commerciale di Pinocchio: nell’epoca del secondo conflitto mondiale, il rischio era troppo alto da correre. Non per Disney, che voleva a tutti i costi dare una forma più solida e compiuta alle sue amate Silly Simphonies, i cortometraggi musicali creati dal 1929 (l’anno successivo a Steamboat Willie) al 1938. Otto episodi animati, otto brani di musica classica e Leopold Stokowski come direttore d’orchestra (accompagnato anche da Topolino): questa la formula vincente per uno dei film d’animazione più grandi della settima arte, un vero e proprio inno alle potenzialità espressive dei cartoon e di quanto, assieme alla musica classica, possano dare vita a un’esperienza straordinaria. Se nel corso degli anni, L’apprendista stregone è divenuto una vera e propria icona (tanto da essere utilizzato anche per l’home video Disney), introducendo anche il Maestro Yen Sid (Disney, letto allo specchio), spesso si associa tutta l’opera a questo episodio, che è il terzo di otto: probabilmente il più strutturato a livello narrativo, più classico nello stile rispetto ad altri più sperimentali o minimali (si pensi all’astrattismo del primo episodio).
Toccata e fuga in Re Minore di Johann Sebastian Bach
La suite Schiaccianoci di Pyotr Ilyich Tchaikovsky
L’apprendista stregone di Paul Dukas
Rito della Primavera di Igor Stravinsky
Jam session
La sinfonia pastorale di Ludwig van Beethoven
Danza delle ore di Amilcare Ponchielli
Notte sulla Montagna Calva di Modest Mussorgsky e Ave Maria di Franz Schubert
Anche la distribuzione del film non è stata semplice: la lunghezza del film spaventò RKO, quindi Fantasia non è stato immediatamente proiettato in tutte le sale, ma solamente in alcuni teatri selezionati, partendo dal Broadway Theatre di New York il 13 novembre 1940, per 57 settimane, fino al 28 febbraio 1942. Tuttavia, nonostante il successo newyorkese, il film si rivelò un insuccesso al botteghino, anche peggiore di Pinocchio, e senza dubbio una delle cause è il conflitto mondiale che ha impedito la distribuzione fuori dai confini americani come da previsione. L’altro, almeno inizialmente, è l’utilizzo del Fantasound, un impianto molto costoso (e rivoluzionario) che permetteva di avere l’illusione della presenza dell’orchestra in sala. Un risultato deludente, che non ha impedito comunque a Disney di mantenere il suo ottimismo e perseverare nell’inseguimento dei suoi sogni: il successo di Dumbo riuscì a salvare la compagnia e, negli anni successivi alla guerra, Fantasia fu distribuito, diventando poi il ventiduesimo maggior incasso di tutti i tempi negli Stati Uniti. Tra scope animate, fauni, elementi floreali, il film è un esplosione di colori e un inno alla creatività, probabilmente l’incontro meglio riuscito tra spartiti, arti figurative e cinema d’animazione, il sogno realizzato di Walt Disney.
Lorenzo Bianchi
La genesi del film non è stata semplice, anzi, lo stesso Walt è stato osteggiato più volte dopo il fallimento commerciale di Pinocchio: nell’epoca del secondo conflitto mondiale, il rischio era troppo alto da correre. Non per Disney, che voleva a tutti i costi dare una forma più solida e compiuta alle sue amate Silly Simphonies, i cortometraggi musicali creati dal 1929 (l’anno successivo a Steamboat Willie) al 1938. Otto episodi animati, otto brani di musica classica e Leopold Stokowski come direttore d’orchestra (accompagnato anche da Topolino): questa la formula vincente per uno dei film d’animazione più grandi della settima arte, un vero e proprio inno alle potenzialità espressive dei cartoon e di quanto, assieme alla musica classica, possano dare vita a un’esperienza straordinaria. Se nel corso degli anni, L’apprendista stregone è divenuto una vera e propria icona (tanto da essere utilizzato anche per l’home video Disney), introducendo anche il Maestro Yen Sid (Disney, letto allo specchio), spesso si associa tutta l’opera a questo episodio, che è il terzo di otto: probabilmente il più strutturato a livello narrativo, più classico nello stile rispetto ad altri più sperimentali o minimali (si pensi all’astrattismo del primo episodio).
Toccata e fuga in Re Minore di Johann Sebastian Bach
La suite Schiaccianoci di Pyotr Ilyich Tchaikovsky
L’apprendista stregone di Paul Dukas
Rito della Primavera di Igor Stravinsky
Jam session
La sinfonia pastorale di Ludwig van Beethoven
Danza delle ore di Amilcare Ponchielli
Notte sulla Montagna Calva di Modest Mussorgsky e Ave Maria di Franz Schubert
Anche la distribuzione del film non è stata semplice: la lunghezza del film spaventò RKO, quindi Fantasia non è stato immediatamente proiettato in tutte le sale, ma solamente in alcuni teatri selezionati, partendo dal Broadway Theatre di New York il 13 novembre 1940, per 57 settimane, fino al 28 febbraio 1942. Tuttavia, nonostante il successo newyorkese, il film si rivelò un insuccesso al botteghino, anche peggiore di Pinocchio, e senza dubbio una delle cause è il conflitto mondiale che ha impedito la distribuzione fuori dai confini americani come da previsione. L’altro, almeno inizialmente, è l’utilizzo del Fantasound, un impianto molto costoso (e rivoluzionario) che permetteva di avere l’illusione della presenza dell’orchestra in sala. Un risultato deludente, che non ha impedito comunque a Disney di mantenere il suo ottimismo e perseverare nell’inseguimento dei suoi sogni: il successo di Dumbo riuscì a salvare la compagnia e, negli anni successivi alla guerra, Fantasia fu distribuito, diventando poi il ventiduesimo maggior incasso di tutti i tempi negli Stati Uniti. Tra scope animate, fauni, elementi floreali, il film è un esplosione di colori e un inno alla creatività, probabilmente l’incontro meglio riuscito tra spartiti, arti figurative e cinema d’animazione, il sogno realizzato di Walt Disney.
Lorenzo Bianchi