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I migliori film di John Landis da vedere in streaming
Regista, sceneggiatore, attore e produttore, John Landis, che compie oggi 70 anni, si distingue per titoli di grande successo principalmente nel territorio della commedia, a volte demenziale, e dell'horror. Uno degli autori popolari più influenti degli anni Ottanta, decennio in cui è al suo apice artistico.

Ottiene notorietà internazionale con il suo terzo lungometraggio, Animal House (National Lampoon's Animal House, 1978), archetipo di comedy demenziale ambientata nei college americani, con un iconico John Belushi nei panni di Bluto Blutarsky. Con The Blues Brothers (1980), commedia musicale di culto, entra nel mito, facendo di James Belushi e Dan Aykroyd una delle coppie più celebri di tutta la storia del cinema. Sono da segnalare anche Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London, 1981), Una poltrona per due (Trading Places, 1983) e Tutto in una notte (Into the Night, 1985), forse il suo film più sottovalutato in rapporto al suo valore. 

Ecco dove recuperare in streaming i migliori film di John Landis per festeggiare le sue 70 primavere. 

UNA POLTRONA PER DUE (Trading Places, 1983) - noleggio e acquisto su RakutenTv e AppleTv



A causa della perfida scommessa degli avidi fratelli capitalisti Randolph (Ralph Bellamy) e Mortimer Duke (Don Ameche), il broker Louis Winthorpe (Dan Aykroyd) e il vagabondo Billy Ray Valentine (Eddie Murphy) sono loro malgrado costretti a invertire i propri ruoli sociali, in una sorta di esperimento atto a verificare sulla loro pelle una precisa tesi: è l'ambiente in cui si vive a determinare le abitudini e i costumi dell'individuo. Dopo il celebre videoclip Thriller per Michael Jackson, John Landis sbanca il botteghino con una commedia sui generis che si discosta sia dalla demenzialità spinta di Animal House (1978) sia dall'irresistibile deriva musicale di The Blues Brothers (1980). Una poltrona per due è il punto di non ritorno artistico di Landis, un congegno a orologeria infallibile oliato fin nei minimi particolari (e forse anche oltre le intenzioni dello stesso autore): dall'ambientazione urbana ai perfetti tempi comici della sceneggiatura, dalle musiche di Elmer Bernstein (candidate all'Oscar) alle interpretazioni di tre protagonisti in stato di grazia. 
 
UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA (An American Werewolf in London, 1981) - in streaming su Prime Video e TimVision, a noleggio su AppleTv



I giovani studenti americani David (David Naughton) e Jack (Griffin Dunne) durante una vacanza si smarriscono nella brughiera inglese. L'incubo inizia in uno scalcinato e poco ospitale pub, e prosegue con il feroce attacco di una misteriosa bestia sanguinaria. Jack muore (ma tornerà come spettro/zombi), David viene ferito gravemente e ricoverato in un ospedale di Londra. Al risveglio comprenderà di essere stato contagiato da un lupo mannaro. Da fan del cinema horror, John Landis dopo gli exploit di Animal House (1978) e The Blues Brothers (1980) spiazza tutti e affronta il classico tema dell'uomo-lupo senza trasgredire i canoni della paura. La venatura umoristica e a tratti giocosa non deve trarre in inganno: Un lupo mannaro americano a Londra è a tutti gli effetti un film dell'orrore, capace di entrare nella pelle di chi guarda e spaventare con sagacia e garbo. Il merito va sia al prezioso trucco di Rick Baker (che vinse per i suoi inediti effetti speciali “artigianali” un Oscar), sia alla sceneggiatura scritta dallo stesso regista, che, eliminando ogni prevedibile punto di riferimento, rimbalza tra citazioni cinematografiche (i classici Universal con Lon Chaney), parodie televisive e critica sociale. 

THE BLUES BROTHERS (1980) - in streaming su Netflix e TimVision, noleggio e acquisto su RakutenTv e AppleTv



I due fratelli Elwood (Dan Aykroyd) e Jake “Joliet” (John Belushi) Blues, dopo l'uscita dal carcere di quest'ultimo per rapina, tentano di rimettere insieme la vecchia band con lo scopo di raccogliere fondi per salvare dalla chiusura l'orfanotrofio in cui sono cresciuti, a Chicago. Le conseguenze saranno disastrose. Più che un film, uno show: nati in seno al programma televisivo Saturday Night Live, i protagonisti di The Blues Brothers sono i classici “perdenti che salveranno il mondo”, emarginati rigettati dalla società che non hanno (mai avuto) niente da perdere. Un tema caro al regista John Landis, come dimostra il precedente Animal House (1978). Landis qui ritrova Belushi e lo lancia sulle scalcinate strade di un crash movie alimentato da miracolose performance musicali e da sketch da antologia del cinema demenziale (la cena al ristorante elegante, l'esibizione nel bar country, le botte del “Pinguino”). “In missione per conto di Dio” Jake ed Elwood ci vanno in giacca e cravatta, muniti di Ray-Ban Wayfarer neri (Belushi se li leva in una sola occasione, e puntualmente fa capitolare la fidanzata inferocita Carrie Fisher) e cappello nero perennemente calcato sulla fronte. E diventano immediatamente idoli del pubblico giovanile e modelli di stile e di vita. Tutto contribuisce alla perfetta quadratura del cerchio di un'esperienza visiva e sensoriale irripetibile: impossibile replicare The Blues Brothers, e difatti quando Landis ci riproverà nel 1998 (con il sequel/remake Blues Brothers – Il mito continua) andrà incontro a uno scontato ed evitabilissimo fallimento. 

ANIMAL HOUSE (National Lampoon's Animal House, 1978) - acquisto e noleggio su RakutenTv e AppleTv



Nel 1962, al Faber College, le matricole Kent (Stephen Furst) e Larry (Tom Hulce) desiderano ardentemente iscriversi alla confraternita Omega Theta-Phi, snob e perbenista. Rifiutati senza appello dal gruppo, si rivolgono allora alla anarchica, sgangherata e distruttiva Delta Tau-Chi, che li accoglie a braccia aperte. Tra le due “fratellanze” è lotta senza freni, mentre il rettore Wormer (John Vernon) fa di tutto per espellere dall'università le mele bacate Delta, simboleggiate dal campione totale di nullafacenza e ribellione sociale Bluto Blutarsky (John Belushi). «Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare»: al suo terzo lungometraggio, il 28enne John Landis fa il botto dando vita al filone dei college movies (da La rivincita dei nerds, 1984, ad American Pie, 1999, passando per Porky's, 1982), scoprendo il clamoroso talento del semi-esordiente, cinematograficamente parlando, John Belushi e contribuendo di fatto a svecchiare gli stili dell'intrattenimento. Prima e meglio del cinema demenziale riconosciuto come genere c'è Animal House, una miscela esplosiva di goliardia e catastrofi all'insegna del totale ribaltamento dell'ordine precostituito: l'unico modo per sabotare la massona e fascista confraternita Omega è affidarsi al delirio, all'ingegno sconclusionato, al diritto al divertimento. Culto generazionale totale, zeppo di scene da mandare a memoria, tra cui il toga party, la riunione del comitato disciplinare e la parata finale.

TUTTO IN UNA NOTTE - acquisto e noleggio su AppleTv



L'ingegnere losangelino Ed Okin (Jeff Goldblum) conduce una vita depressa e insoddisfacente. Non ama il proprio lavoro, soffre di insonnia e come se non bastasse scopre la moglie a letto con un altro. Tutto cambia però quando casualmente salva in aeroporto la bella Diana (Michelle Pfeiffer), contrabbandiera di diamanti inseguita da quattro killer iraniani della Savak. A dispetto del titolo italiano, le notti in cui si svolge la storia sono due, entrambe movimentate, confusionarie e rocambolesche. John Landis gioca per la prima volta la carta dell'action-movie tout court, naturalmente intriso di grottesco e senso dell'umorismo. Nonostante le varie avventure, l'andamento è piuttosto lento e debitore dell'immaginario tipico degli anni '80. Ma non ci si può annoiare: impossibile anche solo intuire la successione delle scene, così come a una prima occhiata è arduo riconoscere tutti i registi che compaiono nella pellicola in qualità di comparse/camei. Sono 19, fra i quali David Cronenberg, Jonathan Demme, Jim Henson, Lawrence Kasdan, Don Siegel, Roger Vadim; oltre allo stesso Landis, a suo agio nei panni di uno dei sicari persiani. Con almeno una sequenza da mandare a memoria, quella della suite d'albergo: il protagonista si aggira smarrito fra le stanze alla ricerca di Diana, e in ognuna di esse incontra un televisore che trasmette Dracula (1931) di Tod Browning.
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