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Milano Film Festival, giorno 3 – L'imparziale critica sociale di "Los Perros"

Sabato 30 alle ore 19.30, la sala del Cinema Ducale proietterà Los Perros, secondo lungometraggio di Marcela Said dopo El Verano de Los Peces Voladores del 2013.

La cinematografia cilena conferma l’irruente energia interna alimentata dal bisogno di fare i conti col passato per capire il presente, divampando in un’attenta produzione di film dalla imparziale critica sociale. Sulle orme della trilogia di Pinochet (composta da Tony Manero 2007, Post Mortem 2010 e No – I giorni dell’Arcobaleno 2012) firmata da Pablo Larraìn, Los Perros continua a interrogarsi e a interrogare il popolo cileno sugli strascichi della dittatura dopo il golpe del 1973 che perdurano contaminando il Cile di oggi.

La regista indaga sull’eredità delle colpe dei padri e sulla complictà silente della classe sociale borghese moderna con un dramma familiare che trascende il particolare e riflette sull’identità della nazione. Concetto di identità allegogoricamente introdotto nei primi minuti del film che  mostrano delle maschere di carne cucite tra loro, sintomo di un’incertezza ostinata e della difficoltà di trovare risposte alle domande più scomode.

Mariana è un’annoiata e capricciosa benestante dell’alta borghesia cilena, figlia di un ricco industriale e sposata con un distaccato imprenditore dal quale non riesce ad avere figli (sterilità come metafora di una punizione per una condivisa attitudine conforme e passiva). Il film comincia a costruire il suo climax quando Mariana si iscrive a un maneggio e scopre che il suo istruttore di equitazione è un ex colonnello dell’esercito di Pinochet, sospettato di aver commesso atroci delitti durante la dittatura. L’attrazione perversa che si instaura tra i due protagonisti condisce con ambiguità l’indagine personale e segreta di Mariana, orchestrata da una musica che ricorda quella delle atmosfere dei thriller hitchcokiani.

L’attenta regia, una fotografia pulita e le impeccabili performance dei due attori protagonisti, Alfredo Castro e Antonia Zegers, rendono la pellicola anche uno spettacolo visivamente piacevole e godibile oltre che un’opera di spietata denuncia sociale. Castro e Zegers sono inoltre tra i volti più noti della realtà cinemotografica cilena e, interpreti fissi dei film di Pablo Larraìn, saranno facilmente riconoscibili per chi ha visto i film del regista.

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