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Superman al cinema: tutti i film con protagonista l'Uomo d'Acciaio

Uno dei supereroi più amati che al cinema ha avuto fortune decisamente alterne: questo è Superman, personaggio dei fumetti creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1933, ma pubblicato dalla DC Comics soltanto nel 1938.

In totale sono sette le pellicole che vedono protagonista il cryptoniano Kal-El, noto anche con il nome terrestre di Clark Kent, tra grandi successi al box office, clamorosi flop e pellicole quanto meno discutibili o riuscite e convincenti. In vista dell’uscita imminente di Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder, ripercorriamo la storia cinematografica dell’Uomo d’Acciaio.

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Henry Cavill è Superman nel nuovo film di Zack Snyder

Il produttore Ilya Salkind acquistò nel 1974 i diritti dalla DC Comics e si impegnò a realizzare due film dedicati a Superman, girati contemporaneamente. Dopo svariate stesure considerate insoddisfacenti, la produzione decise di assumere come sceneggiatore Mario Puzo, romanziere autore de Il Padrino (1972) e premio Oscar per la sceneggiatura dell’omonimo film di Francis Ford Coppola oltre che per il suo seguito Il Padrino Parte II (1974).

Per la regia furono vagliati diversi nomi, tra cui George Lucas e Steven Spielberg, ma alla fine la scelta ricadde su Guy Hamilton, già autore di quattro film della saga di James Bond. Ben presto Hamilton però fu costretto ad abbandonare la produzione, soprattutto a causa del pessimo rapporto con Marlon Brando, ingaggiato nei panni di Jor-El, il padre naturale di Superman. L’attore impose che le riprese si dovessero spostare dall’Italia all’Inghilterra, consapevole della condizione di esule fiscale del regista che poteva trascorrere solo un mese all’anno in patria, e che per questo fu costretto ad abbandonare il film.

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Richard Donner e Marlon Brando sul set del primo Superman

La regia di Superman (1978) venne così affidata a Richard Donner, che decise di assumere lo scrittore Tom Mankiewicz per rielaborare completamente la sceneggiatura, stravolta (dal lavoro di tre sceneggiatori) rispetto alle intenzioni originali di Puzo. Alla fine Mankiewicz fu l’unico dei cinque soggetti impegnati nello script a non essere accreditato come sceneggiatore.

Malgrado la DC Comics volesse un volto affermato come protagonista del film, la Warner Bros decise di puntare su un esordiente come Christopher Reeve, destinato a prestare il proprio volto a Superman anche nei successivi tre sequel. Una scelta, quella della produzione, dettata dagli ingenti investimenti seguiti agli ingaggi di Gene Hackman come Lex Luthor, il villain della pellicola, e soprattutto Brando, il cui cachet per questo film è divenuto leggenda (circa 19 milioni di dollari per meno di dieci minuti di presenza in scena).

Insomma, una lunga gestazione: il risultato finale è godibile, nonostante qualche passaggio narrativo un po’ semplicistico e alcune scelte retoriche che fanno capolino qua e là, con effetti speciali innovativi per l’epoca e con un protagonista, Reeve, che ben rappresenta il classico e manicheo eroe senza macchia, talmente puro da rivelarsi anche ingenuo. Memorabile la colonna sonora firmata da John Williams.

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Christopher Reeve, primo Superman cinematografico

Strepitoso successo commerciale con 134 milioni di dollari incassati solo in Nord America e 166 milioni di dollari nel resto del mondo, arrivando ad un totale di 300 milioni. Cifre sorprendenti anche per la stessa Warner Bros e che di fatto hanno sancito la nascita del comic movie come genere cinematografico destinato a sbancare al box office.

Il sequel Superman II (1980) venne girato in contemporanea con il primo film, ma fu firmato da Richard Lester. Richard Donner girò circa il 75% delle riprese e fu estromesso a seguito di conflitti insanabili con la produzione: il regista avrebbe voluto sottolineare maggiormente la componente cristologica e fortemente simbolica del personaggio di Superman, mentre la Warner puntava a un prodotto di mero intrattenimento. Il risultato confezionato da Lester è una pellicola a tratti è troppo superficiale e prevedibile, ma il ritmo è efficace e il risultato godibilissimo nella sua semplicità. Nel 2006 il produttore e montatore Michael Thau ha recuperato buona parte del materiale girato da Donner per Superman II, dando vita a Superman II – The Richard Donner Cut, pellicola distribuita in dvd che restituisce all’opera la conformazione originale voluta dal regista, in cui l’aspetto teologico e quello spettacolare convivono alla perfezione dando vita a un prodotto solido e avvincente.

È nuovamente Richard Lester a dirigere Superman III (1983), film in cui la componente comica e ironica è decisamente più marcata con risultati deleteri e controproducenti. Dopo il trionfo dei primi due episodi della saga, arrivano un fiasco clamoroso e un coro unanime di stroncature (anche feroci) da parte della critica.

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Gene Hackman alias Lex Luthor

La brutta piega presa dalla saga subirà una definitiva e irrimediabile deriva con Superman IV (1987) di Sidney J. Furie. Dopo il flop di Superman III, la Warner cedette i diritti alla casa di produzione low budget Cannon Film e la scarsità di fondi finanziari si avverte in un prodotto confezionato in maniera sciatta e irritante, penalizzato anche da eccessivi tagli (l’iniziale durata di 135 minuti fu ridotta a 90) che causano buchi di logica, incongruenze e un senso di sfilacciamento e scarsa coerenza interna. Disastroso anche il riscontro al box office.

Per quasi vent’anni le strade di Superman e del grande schermo restano separate, malgrado i numerosi tentativi di rilanciare progetti cinematografici dedicati all’Uomo d’Acciaio, tutti destinati tristemente a naufragare. Non bastano nemmeno i numerosi nomi prestigiosi coinvolti nei vari tentativi di continuare il franchise (da Kevin Smith a Tim Burton, da Nicolas Cage a Michael Keaton, da Daniel Day-Lewis a Mel Gibson, passando per Oliver Stone, John Travolta e Johnny Depp) a ridare vita cinematografica alla saga a fumetti della DC Comics.

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Kevin Spacey e Brandon Routh in Superman Returns

Solo nel 2006 il quinto film dedicato a Superman vede la luce grazie a Bryan Singer, che gira Superman Returns, facendo tabula rasa dei precedenti tre sequel e riallacciandosi alle vicende del primo capitolo. Dopo aver ottenuto discreti risultati con i primi due capitoli della saga sugli X-Men, Singer sembra l’uomo giusto in cabina di regia di un prodotto di questo tipo, ma così non è: incapace di trovare la formula giusta per emozionare e intrattenere, Singer inizia presto a girare a vuoto e la sua pellicola risulta tanto debole quanto prolissa e inconsistente. Fatta eccezione per Kevin Spacey (un Lex Luthor piuttosto convincente), tutto il resto va a rotoli, a partire da un protagonista (Brandon Routh) non all’altezza e da una sceneggiatura scritta in maniera grossolana.

Il deludente risultato al botteghino di Superman Returns porta la Warner a cancellare il sequel inizialmente previsto per l’estate 2009 e ad accantonare nuovamente qualsiasi progetto legato al franchise dell’Uomo d’Acciaio. Il contemporaneo trionfo della saga di Batman firmata da Christopher Nolan (ispirata sempre ai fumetti della DC Comics e distribuita dalla Warner) spinge verso un’idea di rifondazione vera e propria, coinvolgendo sia Nolan che il suo sceneggiatore David Goyer.

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Amy Adams è Lois Lane in L’Uomo d’Acciaio

Nasce così L’Uomo d’Acciaio (2013), reboot diretto da Zack Snyder con Nolan impegnato nella duplice veste di produttore e soggettista. Anche in questo caso, come accaduto con Batman, viene operata una rilettura decisamente dark del supereroe che diventa vettore di tematiche di portata filosofica e politica. Al fianco del nuovo Superman, Henry Cavill, un cast di primissimo piano che però non basta a risollevare un prodotto caotico e senz’anima, vittima di una sceneggiatura verbosa e di una regia inutilmente frenetica: solo una sequenza-flashback è capace di regalare qualche emozione.

Gli ottimi incassi hanno comunque dato nuova linfa alla saga, che ora si prepara all’epico episodio in cui i due supereroi della DC Comics finalmente si incontrano: un’idea che a lungo ha balenato nei sogni dei fan e non solo. Una pellicola che contrapponesse Batman e Superman era già stata pensata all’inizio degli anni Ottanta sulla scia del successo del dittico firmato da Donner e Lester, ma accantonata dopo l’insuccesso dei successivi sequel di Superman e l’esplosione del fenomeno Batman grazie all’encomiabile lavoro di Tim Burton.

Appuntamento al 23 marzo per capire se la lunga attesa è stata adeguatamente ripagata.

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