Dopo l'intenso weekend di apertura del 42° Torino Film Festival, che ha visto come protagonisti stelle del calibro di Angelina Jolie, Sharon Stone e Matthew Broderick, il festival di Giulio Base non solo non perde quota ma alza ulteriormente l’asticella. Lunedì 25 novembre è infatti arrivato a Torino l’attore di fama internazionale Alec Baldwin, che ha ricevuto il Premio Stella della Mole e ha presentato il film Caccia a ottobre rosso (John McTiernan, 1990), ambientato durante la Guerra Fredda. Baldwin ha ricordato il cast straordinario che includeva Sean Connery, definito "una delle più grandi star di sempre", per poi complimentarsi con il TFF e la sua capacità di esaltare il cinema, secondo lui ormai l’unico mezzo tramite cui poter mostrare realmente ciò che accade nel mondo.
Martedì invece i riflettori si sono spostati sugli italiani Michele Placido e Ornella Muti, riuniti insieme per il cinquantennale del cult della commedia all’italiana Romanzo Popolare (Mario Monicelli, 1974), dove affiancavano il celebre Ugo Tognazzi. Premiati con la Stella della Mole, i due attori hanno elogiato l’organizzazione di Giulio Base e della moglie Tiziana Rocca, esaltando il glamour e lanciando anche una colorita invettiva contro il “cinema d’autore” di cui proprio il TFF si è storicamente fatto portavoce nelle passate edizioni. Sono dunque già molto forti gli effetti della mano di Base, la cui direzione sta innegabilmente portando tanta visibilità al festival.
A proposito di glamour, mercoledì è toccato all’attrice Julia Ormond ricevere il Premio Stella della Mole, che vanta collaborazioni con registi come David Fincher, Steven Soderbergh e David Lynch. La star britannica ha inoltre presentato in anteprima internazionale il film fuori concorso Here’s Yianni!, in compagnia del suo co-protagonista Joe Cortese e la regista Christina Eliopoulos. La storia racconta con delicatezza il rapporto tra un uomo che inizia a soffrire di Alzheimer e il modo in cui sua moglie, i suoi amici e la comunità che lo circonda reagiscono; “un film sull’amore”, come lo ha definito l’attore protagonista Joe Cortese.
In questo inizio di settimana il Torino Film Festival, oltre alla presenza dei grandi divi, ha regalato anche diverse proiezioni interessanti. Il Concorso Lungometraggi è proseguito nel segno della maternità con My Best, Your Least della regista sud-coreana Kim Hyun-jung, che esplora la relazione inaspettata tra un’alunna e la sua insegnante rimaste entrambe incinta e Tendaberry di Haley Elizabeth Anderson, che mostra la storia di una gravidanza tra precarietà e futuro incerto. Il tema della maternità è al centro anche di L’aiguille del regista tunisino Abdelhamid Bouchnak, che racconta le difficoltà a cui vanno incontro due neo-genitori di un bambino intersessuale nella società araba; altro film sull’intersessualità è Ponyboi di Esteban Arango, scritto e interpretato dall’attivista intersessuale River Gallo, affiancatə nel cast da Dylan O’Brien e Victoria Pedretti. È poi toccato a The Last Act di Paymon Shahbod, un dramma iraniano che intreccia realtà e finzione, Dissident di Stanislav Gurenko, un viaggio nei traumi post-bellici di un soldato ucraino, e infine The Black Sea di Crystal Moselle e Derrick B. Harden, un affresco esistenziale che esalta le diversità culturali tra un rapper americano e gli abitanti di una cittadina del Mar Nero.
La giornata di lunedì ha segnato anche l’inizio delle proiezioni del Concorso Cortometraggi, che, tra gli altri, ha finora compreso nelle proiezioni anche gli italiani Roberta Palmieri con il corto Dieci secondi, Antonio De Palo e il suo Due sorelle e T.I.N.A. di Marco Mazzone. Continua la retrospettiva dedicata a Marlon Brando con film come Giulio Cesare (Joseph L. Makiewicz, 1953), Pelle di serpente (Sidney Lumet, 1960) e il capolavoro immortale di Francis Ford Coppola Il padrino (1972). Mercoledì sera nella sezione Zibaldone è stata poi proiettata in anteprima internazionale L’amore che ho, opera seconda di Paolo Licata che celebra la leggenda del cantautorato siculo Rosa Balistrieri, interpretata e musicata nelle varie fasi della sua vita da Carmen Consoli, Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro e Anita Pomario.
La 42° edizione del Torino Film Festival procede spedita e si prepara ad entrare nella sua fase conclusiva, che promette ancora tante sorprese che potrete scoprire qui su longtake.
A cura di Romeo Gjokaj
Martedì invece i riflettori si sono spostati sugli italiani Michele Placido e Ornella Muti, riuniti insieme per il cinquantennale del cult della commedia all’italiana Romanzo Popolare (Mario Monicelli, 1974), dove affiancavano il celebre Ugo Tognazzi. Premiati con la Stella della Mole, i due attori hanno elogiato l’organizzazione di Giulio Base e della moglie Tiziana Rocca, esaltando il glamour e lanciando anche una colorita invettiva contro il “cinema d’autore” di cui proprio il TFF si è storicamente fatto portavoce nelle passate edizioni. Sono dunque già molto forti gli effetti della mano di Base, la cui direzione sta innegabilmente portando tanta visibilità al festival.
A proposito di glamour, mercoledì è toccato all’attrice Julia Ormond ricevere il Premio Stella della Mole, che vanta collaborazioni con registi come David Fincher, Steven Soderbergh e David Lynch. La star britannica ha inoltre presentato in anteprima internazionale il film fuori concorso Here’s Yianni!, in compagnia del suo co-protagonista Joe Cortese e la regista Christina Eliopoulos. La storia racconta con delicatezza il rapporto tra un uomo che inizia a soffrire di Alzheimer e il modo in cui sua moglie, i suoi amici e la comunità che lo circonda reagiscono; “un film sull’amore”, come lo ha definito l’attore protagonista Joe Cortese.
In questo inizio di settimana il Torino Film Festival, oltre alla presenza dei grandi divi, ha regalato anche diverse proiezioni interessanti. Il Concorso Lungometraggi è proseguito nel segno della maternità con My Best, Your Least della regista sud-coreana Kim Hyun-jung, che esplora la relazione inaspettata tra un’alunna e la sua insegnante rimaste entrambe incinta e Tendaberry di Haley Elizabeth Anderson, che mostra la storia di una gravidanza tra precarietà e futuro incerto. Il tema della maternità è al centro anche di L’aiguille del regista tunisino Abdelhamid Bouchnak, che racconta le difficoltà a cui vanno incontro due neo-genitori di un bambino intersessuale nella società araba; altro film sull’intersessualità è Ponyboi di Esteban Arango, scritto e interpretato dall’attivista intersessuale River Gallo, affiancatə nel cast da Dylan O’Brien e Victoria Pedretti. È poi toccato a The Last Act di Paymon Shahbod, un dramma iraniano che intreccia realtà e finzione, Dissident di Stanislav Gurenko, un viaggio nei traumi post-bellici di un soldato ucraino, e infine The Black Sea di Crystal Moselle e Derrick B. Harden, un affresco esistenziale che esalta le diversità culturali tra un rapper americano e gli abitanti di una cittadina del Mar Nero.
La giornata di lunedì ha segnato anche l’inizio delle proiezioni del Concorso Cortometraggi, che, tra gli altri, ha finora compreso nelle proiezioni anche gli italiani Roberta Palmieri con il corto Dieci secondi, Antonio De Palo e il suo Due sorelle e T.I.N.A. di Marco Mazzone. Continua la retrospettiva dedicata a Marlon Brando con film come Giulio Cesare (Joseph L. Makiewicz, 1953), Pelle di serpente (Sidney Lumet, 1960) e il capolavoro immortale di Francis Ford Coppola Il padrino (1972). Mercoledì sera nella sezione Zibaldone è stata poi proiettata in anteprima internazionale L’amore che ho, opera seconda di Paolo Licata che celebra la leggenda del cantautorato siculo Rosa Balistrieri, interpretata e musicata nelle varie fasi della sua vita da Carmen Consoli, Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro e Anita Pomario.
La 42° edizione del Torino Film Festival procede spedita e si prepara ad entrare nella sua fase conclusiva, che promette ancora tante sorprese che potrete scoprire qui su longtake.
A cura di Romeo Gjokaj