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The New Pope: dove abbiamo lasciato Lenny Belardo?

Paolo Sorrentino si appresta a varcare nuovamente la soglia del Vaticano, a distanza di poco più di tre anni dall’ultima volta, quando uscì The Young Pope. Accolta tra gli applausi di Venezia, la serie di Sorrentino ha subito mostrato la disinvoltura del regista nel relazionarsi con il piccolo schermo e con una tematica tanto delicata: un Papa giovane (Jude Law), tutt’altro che convenzionale, a tratti estremo, al punto che dopo i primi episodi diversi hanno etichettato l’opera come blasfema.
Sbagliando.



Provocatoria, senza dubbio, ma capace di far emergere tutti i dubbi che un ateo si pone di fronte alla Fede: Lenny Belardo e Pio XIII sono infatti due volti di una stessa medaglia, un pontefice con atteggiamenti a tratti dispotici che nasconde una grande fragilità, frutto di una costante assenza nella sua vita. Un vuoto colmato dalla Fede e dalle domande quotidiane, anche se non in maniera convenzionale.
The Young Pope è un mosaico che bisogna osservare nella sua interezza: fermarsi a poche tessere rischia di essere limitante, anche se le sfaccettature sono molteplici.
La regia è curata, con la luce (e la sua assenza) a ergersi come vera protagonista di una fotografia, come sempre, impeccabile. E l’evidente riferimento a Magritte (“Ceci n’est pas un pope”) è solo una delle perle sparse lungo i 10 episodi della serie.



Lenny Belardo, ma non solo: il cardinal Voiello (Silvio Orlando) e suor Mary (Diane Keaton) sono personaggi sfaccettati e complessi, imprescindibili nella riuscita del progetto. La grandezza di The Young Pope risiede, infatti, in ciò che si cela dietro l’evidenza, nelle domande universali, nel percorso che dalla condanna arriva alla riconciliazione e al perdono, innanzitutto di sé stessi.



“La Chiesa è femmina”: viene evidenziato più volte, ed è alla Madre che ci si rivolge, prima di tutto, lasciando nel silenzio il Padre, Dio, che sembra essere scomparso e che solo nel finale viene riscoperto.


Difficile dire cosa aspettarsi da The New Pope, ma è lecito sperare che il percorso iniziato e delineato nel 2016 possa proseguire toccando, se possibile, vette ancora più alte.  

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