Ingmar
Bergman
14 luglio 1918, Uppsala (Svezia) — 30 luglio 2007, Fårö (Svezia)
Premi Principali
Oscar al miglior film straniero
1984
Leone d'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia
1971
Oscar al miglior film straniero
1962
Oscar al miglior film straniero
1961
Orso d'oro al Festival di Berlino
1958
Premio per la miglior regia al Festival di Cannes
1958
Figura fondamentale all'interno della Settima arte, segna in maniera indelebile la storia del cinema e, più in generale, dell'arte del Novecento. Accanto all'altissimo magistero stilistico, unisce una costante ricerca tematica, intellettuale e profonda, che si addentra nelle pieghe più intime dell'animo umano: tormento esistenziale, angoscia, paura della morte, traumi del passato, fede, interrogativi sulla presenza/assenza di Dio e magia sono alcuni dei temi ricorrenti nelle sue opere. Oltre a Liv Ullmann, nel corso degli anni condivide la sua vita privata anche con Harriet Andersson, Bibi Andersson e Ingrid Thulin, quattro tra le attrici più importanti che hanno lavorato con lui. Il suo cinema, profondamente legato alla cultura scandinava, affonda le proprie radici anche nella letteratura e nel teatro nordico (Ibsen e Strindberg sono riferimenti ricorrenti), ed è diventato un riferimento assoluto per intere generazioni di cineasti successivi. Dopo aver iniziato solo come sceneggiatore, approda alla regia a metà anni Quaranta con Crisi (Kris, 1946). Ma è dagli anni Cinquanta che inizia il suo periodo di massimo splendore: nello stesso anno realizza due tra le sue opere più significative, Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet, 1957) e Il posto delle fragole (Smultronstället, 1957). All'inizio degli anni Sessanta gira la cosiddetta “Trilogia sul silenzio di Dio”, costituita da Come in uno specchio (Såsom i en spegel, 1961), Luci d'inverno (Nattvardsgästerna, 1963) e Il silenzio (Tystnaden, 1963). Con il capolavoro Persona (1966), il suo film più sperimentale ed estremo, raggiunge vette insuperate all'interno della Settima arte. Negli anni Settanta, prosegue la sua austera poetica realizzando, uno dopo l'altro, due opere fondamentali all'interno della sua filmografia, Sussurri e grida (Viskningar och rop, 1972), dramma da camera magistrale nell'uso del colore (Oscar alla fotografia di Sven Nykvist più altre quattro nomination), e Scene da un matrimonio (Scener ur ett äktenskap, 1973), straordinaria fenomenologia del rapporto di coppia inizialmente pensata come una miniserie TV di quasi cinque ore. Gli stessi personaggi, interpretati sempre da Liv Ullmann ed Erland Josephson, tornano esattamente trent'anni dopo nel suo ultimo film, Sarabanda (Saraband, 2003). Negli anni Ottanta mette in scena l'opera che può considerarsi una summa di tutto il suo cinema, Fanny & Alexander (Fanny och Alexander, 1982), vincitore di quattro Oscar su sei nomination.
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