A Vilnius per un viaggio di lavoro, l'architetto francese Caroline (Marie-Josée Croze), nel breve arco di tempo racchiuso tra due notti trascorse in hotel, consuma una fugace relazione con il bel dj finlandese Jaakko (Mikko Nousiainen), molto più giovane di lei. Al momento del rientro a casa, non sarà facile prendere una decisione su cosa fare della propria vita. Il secondo film per il grande schermo del finlandese Mikko Kuparinen è un ritratto di esistenze che si sfiorano, giocato su sguardi intrisi di complicità ed emozioni sussurrate. Il soggetto, per quanto largamente abusato, conserva un'apprezzabile freschezza, nonostante manchino un contesto ben caratterizzato entro cui far muovere i due protagonisti (a parte gli interni dell'albergo, è da segnalare solo una significativa e catartica incursione in discoteca) e un'ambientazione davvero personale. L'incontro di due solitudini complementari è sottolineato con una certa efficacia dalle difficoltà iniziali di Caroline (francese) e Jaakko (finlandese) a comunicare, ma la spontaneità della messa in scena troppo spesso stride con una certa macchinosità dello sviluppo narrativo. Troppo superficiale per andare veramente a fondo nei sentimenti, sebbene ci sia la volontà di dipingere un quadro impressionista solo in apparenza scarno di dettagli. C'è un'idea di stile, ma il tutto si ferma a un livello abbastanza amatoriale, compresa l'interpretazione di Nousiainen, decisamente ingessato per trasmettere il giusto sex appeal. Intensa e credibile Marie-Josée Croze, attrice canadese vincitrice del Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes per Le invasioni barbariche (2003). Inquadratura finale da dimenticare.