A ciascuno il suo cinema
Chacun son cinéma ou Ce petit coup au coeur quand la lumière s'éteint et que le film commence
2007
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Registi
Theodoros Angelopoulos
Olivier Assayas
Bille August
Jane Campion
Youssef Chahine
Chen Kaige
Michael Cimino
Ethan Coen
Joel Coen
David Cronenberg
Jean-Pierre Dardenne
Luc Dardenne
Manoel de Oliveira
Raymond Depardon
Atom Egoyan
Amos Gitai
Alejandro González Iñárritu
Hou Hsiao-hsien
Aki Kaurismäki
Abbas Kiarostami
Takeshi Kitano
Andrej Končalovskij
Claude Lelouch
David Lynch
Nanni Moretti
Roman Polanski
Raúl Ruiz
Walter Salles
Elia Suleiman
Tsai Ming-liang
Gus Van Sant
Lars von Trier
Wim Wenders
Wong Kar-wai
Zhang Yimou
Attori
Isabelle Adjani
Michael Lonsdale
Jeanne Moreau
Nanni Moretti
David Cronenberg
Michel Piccoli
Lars von Trier
Josh Brolin

In occasione del sessantesimo compleanno del Festival di Cannes, lo storico curatore Gilles Jacob ha chiesto a 34 importanti cineasti della scena internazionale, abituali frequentatori della kermesse francese, di realizzare un corto di 3 minuti sull'esperienza del cinema come spettatori.

Molte e interessanti le chiavi di lettura proposte in quest'opera collettiva che, a differenza di altre simili, è dotata di una sua omogeneità e coerenza. Se sul grande schermo i tributi e gli omaggi ai grandi maestri del passato si sprecano, è nell'oscurità della sala cinematografica che i corti più originali trovano la loro naturale dimensione: per i fratelli Dardenne (Nell'oscurità) luogo di incontro furtivo tra mani sconosciute, per Von Trier (Occupazioni) teatro di un feroce quanto inevitabile massacro, per Polanski (Cinema erotico) set di un imbarazzante fraintendimento, per Nanni Moretti (Diario di uno spettatore) spazio della memoria in cui rintracciare ricordi personali. Accanto a quello dei Dardenne, brillano in particolare i corti degli autori asiatici. Tra i migliori quelli di Tsai Ming-Liang (È un sogno), oscuro ed evocativo, e Chen Kaige (Nel villaggio di Zhanxiou), toccante omaggio a Chaplin e alla magia delle immagini in movimento. Singolare la scelta di David Cronenberg, interprete e regista dell'immaginario suicidio dell'ultimo ebreo sulla terra nell'ultima sala cinematografica del mondo. Tra i più fedeli alla loro poetica, con corti che sono un distillato del loro modo di fare cinema, Kaurismaki (La fonderia), Ruiz (Il dono) e Kiarostami (Dov'è il mio Romeo), che anticipa un'idea sviluppata l'anno successivo in Shirin. Tra i frammenti più deludenti quelli di Gus Van Sant (Primo bacio) e Michael Cimino (Traduzione non richiesta), interlocutorio come nessun altro. Uniche due firme statunitensi quelle di David Lynch (Absurda) e dei fratelli Coen (World cinema).

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