Dopo gli eventi drammatici che l'hanno visto coinvolto, Andy (Alex Vincent) viene separato dalla madre e affidato temporaneamente a una nuova famiglia. Nel frattempo, la ditta “Tipo Bello” ricostruisce il corpo della bambola Chucky, che ritorna in vita desiderosa di portare a compimento il proposito lasciato in sospeso: trasferire la sua anima nel giovane corpo di Andy prima di rimanere per sempre intrappolato in quello del fantoccio.

Forte degli incassi del primo film, la creatura partorita dalla mente di Don Mancini torna con un immancabile seguito. Una pellicola messa insieme senza troppo sforzo di scrittura, con un pretesto per il ritorno del malvagio Chucky piuttosto debole (ma ricorrente nelle saghe dell'orrore di quegli anni) e una struttura narrativa che ricalca senza inventiva quella del film precedente. La vena comica invece si fa meno involuta e più meditata, ma non così ingombrante da trascendere il genere di appartenenza che rimane un horror, purtroppo insufficiente. Nuovamente discrete invece le animazioni dell'inquietante bambolotto, datate se inquadrate in un'ottica moderna ma all'avanguardia per il cinema dei primi anni '90.