Wai-Tung (Winston Chao), giovane taiwanese trasferitosi a New York, ha da anni una relazione con Simon (Mitchell Lichtenstein), ma non ha il coraggio di rivelare ai suoi genitori (Sihung Lung e Ya-Lei Kuei) di essere gay. Quando l'anziana coppia sbarca in America, Wai-Tung combina così un matrimonio fittizio con Wei-Wei (May Chin), in cerca di un marito per ottenere la cittadinanza. Opera seconda di Ang Lee dopo l'esordio con Pushing Hands (1992), è la pellicola che ha fatto conoscere a livello internazionale il talento del regista taiwanese. Riprendendo gli stessi elementi trattati nel primo film – l'incontro tra Oriente e Occidente ma anche tra tradizione e modernità, l'integrazione dei migranti asiatici nel tessuto culturale americano, il multilinguismo – e amalgamandoli in una sorprendente miscela dove la commedia degli equivoci si sposa con il dramma, la saga familiare non disdegna una finissima analisi psicologica: al centro domina un tema, quello dell'omosessualità, ai tempi ancora pruriginoso (che tornerà con forza nel cinema del regista nel bellissimo I segreti di Brokeback Mountain, 2005). Lee si muove con abilità tra le forme del cinema americano di puro intrattenimento – firmando una brillante sceneggiatura insieme al fido James Schamus e a Neil Peng – ma al contempo rende un commosso omaggio alla sua cultura, soprattutto nel lungo e sfarzoso segmento del banchetto nuziale (in cui lo stesso regista si regala un cameo). Nel complesso, un film che fa bene al cuore, divertente, emozionante, recitato benissimo. Nomination all'Oscar come miglior film straniero e Orso d'oro al Festival di Berlino (ex aequo con Xiang hun nu di Fei Xie).