Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro
Becoming Jane
2006
Paesi
Gran Bretagna, Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Julian Jarrold
Attori
Anne Hathaway
James McAvoy
Julie Walters
James Cromwell
Maggie Smith
Anna Maxwell Martin
Laurence Fox
Nel 1795 la giovane Jane Austen (Anne Hathaway) si oppone al matrimonio di convenienza propostole dai genitori (Julie Walters e James Cromwell) che vorrebbero vederla sposata con il ricco erede di Lady Gresham (Maggie Smith). La ragazza decide di seguire il sentimento e inizia un’osteggiata quanto platonica relazione con Tom Leffroy (James McAvoy). La loro storia non conosce lieto fine, ma Jane troverà la sua strada dedicandosi alla letteratura e concederà alle eroine dei suoi romanzi il matrimonio felice che tanto aveva desiderato per se stessa. 

Julian Jarrold porta sullo schermo la storia della celeberrima scrittrice inglese alle prese con le prime esperienze sentimentali nella campagna dello Yorkshire. La sottile ironia e la comicità discreta rendono azzeccato il tono generale di un film che però sembra non saper scegliere tra lo statuto hollywoodiano e lo sceneggiato quasi televisivo, semplice e ripetitivo. La Hathaway, reduce dal successo de Il diavolo veste Prada, è volenterosa e possiede la dolcezza nei lineamenti e la tenacia nel carattere necessari per incarnare un personaggio dall’interiorità complessa; eppure, la storia preferisce mettersi al servizio delle dinamiche causate dalla disparità sociale (che conosciamo fin troppo bene) e sottolineare ripetutamente l’impossibilità della relazione tra i due protagonisti. L’amore tragico, che in quanto incompleto risulta davvero romantico, è il tema centrale che riesce a compiacere i gusti del pubblico adolescenziale e ad accontentare i lettori della Austen, ma viene sacrificata l’introspezione che accompagna l’iter compositivo dei romanzi e si dà poco spazio alla riflessione sull’ironia tra vita e letteratura; alla scrittura come poiesi di mondi felici e ideali; alla componente emancipatoria e “femminista”. Tutti questi elementi sono solo accennati e offrono spunti di riflessione non sviluppati in profondità. Nella versione italiana la diffusa superficialità è enfatizzata dall’incommentabile sottotitolo.
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