La Cornerstore è una compagnia gestita da cicogne, dove i bambini vengono creati e consegnati alle loro famiglie terrene. Quando il CEO decide di convertirsi in un servizio di delivery tradizionale, l’ultima bambina, Tulip, rimane nella sede. Diciotto anni dopo Tulip è un’orfanella pasticciona a rischio licenziamento: solo l’aiuto dell’amico Junior le risparmia la buonuscita ma, inavvertitamente, la ragazza rimette in moto la macchina per creare bebè e i due si ritrovano con un neonato da consegnare, una famiglia da trovare, un piccione inferocito e un branco di lupi mutanti al loro inseguimento. Riusciranno nell’impresa?
Prodotto di animazione digitale discretamente realizzato dal punto di vista tecnico ma poco coeso per quanto riguarda la sceneggiatura, Cicogne in missione gode di piccoli momenti surreali e di qualche intuizione felice ma manca di sostanza. Divertente lo spunto di trasformare le cicogne (che, secondo la tradizione, portano i neonati alle famiglie) in un efficiente servizio di consegne che ha poco da invidiare ad Amazon, ma nel complesso la storia è già vista e spesso confusa, mettendo troppa carne al fuoco (i guai della compagnia, il dramma di Tulip senza famiglia, il bambino trascurato dai genitori alla ricerca di un fratellino) forse per dare sostanza a un plot di base piuttosto semplice. Alcune trovate, comunque, fanno sorridere, come il branco di lupi workaholic che può trasformarsi all’occorrenza in un SUV o in un sottomarino. Per chi ha figli che iniziano a chiedersi da dove vengano i bambini e non ha ancora voglia di svelare la verità, Cicogne in missione può aiutare a prendere tempo: ai più piccoli, comunque, piacerà.