La città perduta
La cité des enfants perdus
1995
Paesi
Francia, Germania, Spagna
Genere
Fantascienza
Durata
112 min.
Formato
Colore
Registi
Jean-Pierre Jeunet
Marc Caro
Attori
Ron Perlman
Dominique Pinon
Daniel Emilfork
Judith Vittet
Joseph Lucien
In un mondo oscuro, uno scienziato pazzo (Daniel Emilfork) rapisce bambini per rubare loro i sogni: tra questi, c'è il fratellino (Joseph Lucien) del forzuto One (Ron Perlman), che cercherà di salvarlo con l'aiuto della ladruncola Miette (Judith Vittet). Racconto epico, avventuroso, distopico e romantico: La città perduta, dall'accoppiata Jeunet-Caro, è tutto questo e anche qualcosa in più. Rifacendosi all'immaginario dei fumetti e al Terry Gilliam di Brazil (1985), in chiave fascinosamente retrò e steampunk, la narrazione si popola di freaks (nani, cloni, cervelli parlanti) e di complicati marchingegni per rubare la fantasia, e l'innocenza, ai più piccoli. Visivamente ammaliante, dotato di una marca autoriale chiara fin dal primo fotogramma, la pellicola si contamina di ironia (i cloni, interpretati da Dominique Pinon, che litigano tra di loro su quale sia l'Originale) e azione, ma resta, alla fine, una delicata e poetica riflessione sull'amore: quello, disturbante e purissimo a un tempo, che lega il gigante buono One alla furba Miette, ancora bambina. L'attrazione tra i due è palpabile – e prende via via forma di una sincera amicizia, un rapporto fraterno o un legame padre-figlia – pur rimanendo sotterranea, ma viva, per tutta la durata del racconto. Interessante è anche la tragica figura dello scienziato, costretto a invecchiare precocemente, solo e incapace di rapportarsi ai bambini che rapisce: un dramma della solitudine che sembra avere, al di là della confezione fantasy, radici profondamente realistiche. Curiosamente, Perlman non parla francese: dovette ripetere a memoria le battute. Musiche di Angelo Badalamenti. Jean-Louis Trintignant doppia il cervello parlante zio Irvin.
Maximal Interjector
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