In uno scenario post-apocalittico, il tenero clown disoccupato Louison (Dominique Pinon) si trasferisce in un malandato condominio, di proprietà di un rozzo macellaio (Jean-Claude Dreyfus). Le risorse alimentari scarseggiano e il padrone di casa sembra non farsi troppi problemi a servire gli inquilini sul banco della carne.

Feroce, sarcastico ritratto di un'umanità grottesca e depravata, firmato a quattro mani da Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro, Delicatessen ricorda da vicino il cinema di Terry Gilliam: non a caso, fu presentato negli Stati Uniti con il sottotitolo Terry Gilliam presents, ironico e sentito omaggio all'ex Monty Python. Valorizzato da atmosfere oscure e claustrofobiche (il condominio, ma anche la comunità sotterranea di vegetariani clandestini), in una Parigi dove il sole non si vede mai, coniuga sapientemente il registro fantastico e onirico con una rappresentazione ben poco lusinghiera, ma anche tristemente reale, delle brutture quotidiane. L'avido macellaio senza scrupoli, la disperata Aurore (Silvie Lagune), che cerca continuamente di suicidarsi con modalità sempre più macchinose, gli inquilini dello stabile assetati di contatti umani: sono caricature delle molte sfaccettature di solitudine che il mondo contemporaneo riserva. L'unica speranza rimane l'amore: quello che lega Louison alla dolce figlia del macellaio, Julie (Marie-Laure Dougnac). A tratti un po' sopra le righe e fin macchiettistico nella definizione dei personaggi, resta comunque un notevole esordio per la coppia di registi francesi, appassionatamente legato a quell'immaginario circense, fiabesco, oscuro e sognante che caratterizzerà anche le loro successive produzioni. Dominique Pinon, con la sua inconfondibile e clownesca fisicità, diventerà uno degli attori feticcio di Jeunet.