Lo sventurato Bazil (Dany Boon) è rimasto orfano di padre a causa di una mina antiuomo e porta in testa una placca metallica per via di un proiettile che l'ha colpito accidentalmente: scoperto che le aziende produttrici dei due ordigni sono dirimpettaie, decide di vendicarsi con l'aiuto di una sgangherata congrega di amici strampalati. Dopo il melenso e pedante Una lunga domenica di passioni del 2004 e una pausa di ben cinque anni, Jean-Pierre Jeunet torna dietro alla macchina da presa per dirigere ciò che gli è più congeniale: una divertente e arzigogolata commedia dalle atmosfere circensi e dai risvolti surrealisti. Il prodotto, nel complesso, appare decisamente riuscito: grazie a una sceneggiatura frizzante e a una galleria di personaggi borderline simpatici e sorprendenti (l'uomo-proiettile, la ragazza elastica, l'autistico con il dono del calcolo), le cui peculiarità saranno funzionali alla costruzione del macchinoso piano. Il protagonista, il comico Dany Boon, è tenero e stralunato al punto giusto e la passione di Jeunet per i sotterranei bui e sovraffollati di individui singolari e strutture steampunk trova sfogo nella caverna dove abitano il gruppo di compagni di Bazil. La critica al mercato delle armi è esplicita, ma condotta con leggerezza e ironia. Un lieve calo con l'approssimarsi dalla conclusione inficia solo in piccola parte il risultato finale. Tra i co-protagonisti, l'immancabile Dominc Pinon e Omar Sy, prima del successo internazionale di Quasi amici (2011), nell'esilarante ruolo di un ex-etnografo che si esprime in linguaggio aulico.