Dio esiste e vive a Bruxelles
Le tout nouveau testament
2015
Paesi
Belgio, Francia, Lussemburgo
Genere
Commedia
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Jaco Van Dormael
Attori
Pili Groyne
Benoît Poelvoorde
Catherine Deneuve
François Damiens
Yolande Moreau
La piccola Ea (Pili Groyne) è la figlia minore di un papà molto speciale, nientepopodimeno che Dio (Benoît Poelvoorde), ma decide di fare uno scherzo non da poco all’influente genitore: sabotando il suo pc personale, infatti, invia sul cellulare di tutti gli abitanti della Terra la data esatta della loro morte. L’autorità paterna, in tal modo, viene messa a dura prova…
Muove da una premessa surreale e spiazzante, il film di Jaco Van Dormael: Dio non solo esiste, come recita in maniera fin troppo didascalica il titolo italiano, ma ha anche un indirizzo, a Bruxelles. Per di più è un personaggio abbastanza sgradevole, antipatico ed eccessivo, e vive in una dimora piuttosto ordinaria con tanto di famigliola, pc sempre sottomano e uno studio a dir poco particolare, dal quale ergersi ad arbitro insindacabile delle umane sorti. Il regista belga, fin dai primissimi minuti, mette in piedi una commedia grottesca e ultraterrena che mescola fantascienza divina e toni farseschi, divertendo a più riprese con trovate fulminanti, ravvivate di continuo da un’ironia corrosiva (e blasfema) capace di conquistare per la sua arguzia. Peccato però che la pellicola non sembri garantire per tutta la durata una dose sufficiente di equilibrio e capacità creativa, abbandonandosi talvolta a qualche parentesi più mogia e lasciando trapelare alcuni deficit di ispirazione. I conigli dal cilindro a Van Dormael di certo non mancano, la confezione è impeccabile e affascinante, anche dal punto di vista visivo, ma la coesione generale è talvolta compromessa da una messa in scena fantasiosa ma a corrente alterna, che incrocia diversi piani mancando però di un baricentro complessivo. Presentato alla Quinzaine de Réalizateurs del Festival di Cannes.
Muove da una premessa surreale e spiazzante, il film di Jaco Van Dormael: Dio non solo esiste, come recita in maniera fin troppo didascalica il titolo italiano, ma ha anche un indirizzo, a Bruxelles. Per di più è un personaggio abbastanza sgradevole, antipatico ed eccessivo, e vive in una dimora piuttosto ordinaria con tanto di famigliola, pc sempre sottomano e uno studio a dir poco particolare, dal quale ergersi ad arbitro insindacabile delle umane sorti. Il regista belga, fin dai primissimi minuti, mette in piedi una commedia grottesca e ultraterrena che mescola fantascienza divina e toni farseschi, divertendo a più riprese con trovate fulminanti, ravvivate di continuo da un’ironia corrosiva (e blasfema) capace di conquistare per la sua arguzia. Peccato però che la pellicola non sembri garantire per tutta la durata una dose sufficiente di equilibrio e capacità creativa, abbandonandosi talvolta a qualche parentesi più mogia e lasciando trapelare alcuni deficit di ispirazione. I conigli dal cilindro a Van Dormael di certo non mancano, la confezione è impeccabile e affascinante, anche dal punto di vista visivo, ma la coesione generale è talvolta compromessa da una messa in scena fantasiosa ma a corrente alterna, che incrocia diversi piani mancando però di un baricentro complessivo. Presentato alla Quinzaine de Réalizateurs del Festival di Cannes.
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