Il più celebre dei film incompiuti di Welles in cui il regista unisce la storia del romanzo di Cervantes alla dimensione contemporanea. Il prode hidalgo don Chisciotte della Mancia (Francisco Reiguera) e il suo scudiero Sancho Panza (Akim Taminoff) vagano alla ricerca della bellissima Dulcinea, ma devono affrontare numerosi pericoli: una vespa scambiata per un gregge di pecore, dei mulini a vento confusi con dei giganti e una troupe cinematografica diretta da Orson Welles. Montaggio curato da Jesús Franco partendo dal materiale girato da Welles per il suo film “impossibile”, un sogno rimasto incompiuto dopo quasi quindici anni di lavorazione, riprese continuamente interrotte e rimandate, problemi finanziari e un finale giudicato eccessivamente nichilista (una bomba atomica distrugge il mondo e a sopravvivere sono solo Don Chisciotte e Sancho Panza). Lavorando con materiale di qualità non sempre eccelsa, scelto in maniera arbitraria da Franco con la collaborazione di Paola Mori e Oja Kodar (rispettivamente ex moglie e ultima compagna di Welles), si dà vita a un guazzabuglio confuso, eccessivamente frammentato, spesso incoerente e gravato da un doppiaggio posticcio che amplifica ulteriormente lo straniamento dinnanzi a un'opera amorfa e inevitabilmente irrisolta. Le scelte estetiche ardite e le soluzioni narrative spiazzanti di Welles rimangono percepibili, ma completamente depotenziate di tutta la loro suggestiva forza espressiva e ridotte ad accumulo di immagini illustrative, spersonalizzate e prive d'incisività, testimonianza di un progetto mai portato a termine e a cui questa operazione, lodevole nelle intenzioni ma deludente alla prova dei fatti, non rende merito. Le riprese del film si svolsero nel 1957 in Messico, poi senza soluzione di continuità fra l'Italia e la Spagna fino al 1966 e infine furono integrate da materiali girati nel 1972.