La matura Francesca (Emmanuelle Devos), sposata e figlia di un famoso architetto, accetta su richiesta del padre l'incarico di restaurare una villa a Torino. L'incontro con Massimo (Fabrizio Gifuni) porterà alla nascita di un sentimento inaspettato.
Dopo i pessimi risultati ottenuti con Nessuna qualità agli eroi (2007) e E la chiamano estate (2012), Paolo Franchi ritrova (almeno in parte) la verve stilistica del suo buon esordio, La spettatrice (2004), con questo dramma che racconta dinamiche familiari e sentimentali del ceto altoborghese. Il vero personaggio attorno a cui ruota la pellicola, seppur possa non sembrare così a prima vista, è Manfredi, il celebre architetto interpretato da Giulio Brogi, padre naturale di Francesca e padre putativo di Massimo, che sembra manovrare i suoi due “figli” dall’alto. La costruzione dei caratteri dei personaggi è profonda, seppur a tratti la scrittura appaia forzata e un po’ di maniera, oltre che leggermente studiata a tavolino. Pur in maniera spesso calcolata, Dove non ho mai abitato è comunque una pellicola capace di emozionare, grazie anche alle buone scelte visive della fotografia di Fabio Cianchetti. Manca un pizzico di sincerità di fondo, anche nelle interpretazioni dei due protagonisti e per questo il film non va oltre un livello medio che lascia un filo di amaro in bocca al termine della visione.