Dovlatov
Dovlatov
2018
Paesi
Russia, Polonia, Serbia
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
126 min.
Formato
Colore
Regista
Aleksej German Jr.
Attori
Artur Beschastny
Danila Kozlovsky
Milan Marić
Anton Shagin
Helena Sujecka
Novembre, 1971. Sei giorni nella vita di Sergej Dovlatov (Milan Maric), futuro grande romanziere, che si barcamena con un lavoro di giornalista che non lo appassiona e con editori che non vogliono pubblicarlo.
Tre anni dopo Under Electric Clouds (2015), Aleksej German Jr. (figlio d’arte del grande regista di Hard to Be a God) torna dietro la macchina da presa per un (anti)biopic che si concentra su un momento in apparenza poco rilevante nella vita di Dovlatov. Al tempo giovane e poco considerato, lo scrittore diventa simbolo di una metafora di scarso sostegno nei confronti dei nuovi artisti sovietici dell’epoca e di come chi non si adeguasse al sistema venisse boicottato in ogni modo. Come sempre, però, German Jr. sposta la sua riflessione dal presente della storia alla Russia contemporanea, con uno sguardo anche al passato, come dimostra l’ottima sequenza in cui viene celebrato l’ennesimo anniversario della Rivoluzione con dei caratteristi chiamati a interpretare i grandi autori di un tempo. Forte di una messinscena suggestiva, il film alterna momenti ad alto impatto visivo (l’inizio o il finale, compresi) ad alcune sequenze in cui la narrazione gira troppo a vuoto e non riesce a incidere come dovrebbe. Imperfezioni, però, che non intaccano più di tanto un prodotto di grande fascino, forse non sempre coinvolgente al punto giusto ma comunque capace di scuotere e stupire. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2018.
Tre anni dopo Under Electric Clouds (2015), Aleksej German Jr. (figlio d’arte del grande regista di Hard to Be a God) torna dietro la macchina da presa per un (anti)biopic che si concentra su un momento in apparenza poco rilevante nella vita di Dovlatov. Al tempo giovane e poco considerato, lo scrittore diventa simbolo di una metafora di scarso sostegno nei confronti dei nuovi artisti sovietici dell’epoca e di come chi non si adeguasse al sistema venisse boicottato in ogni modo. Come sempre, però, German Jr. sposta la sua riflessione dal presente della storia alla Russia contemporanea, con uno sguardo anche al passato, come dimostra l’ottima sequenza in cui viene celebrato l’ennesimo anniversario della Rivoluzione con dei caratteristi chiamati a interpretare i grandi autori di un tempo. Forte di una messinscena suggestiva, il film alterna momenti ad alto impatto visivo (l’inizio o il finale, compresi) ad alcune sequenze in cui la narrazione gira troppo a vuoto e non riesce a incidere come dovrebbe. Imperfezioni, però, che non intaccano più di tanto un prodotto di grande fascino, forse non sempre coinvolgente al punto giusto ma comunque capace di scuotere e stupire. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2018.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare