Polonia, fine anni Ottanta. Al piccolo Mateusz (Dawid Ogrodnik) viene diagnosticato un grave ritardo mentale, che gli rende impossibile comunicare con il resto del mondo. Venticinque anni dopo si scoprirà che è sempre stato perfettamente in grado di intendere e di volere.
Ispirato a una sorprendente storia vera, meritevole di una rappresentazione sul grande schermo, Io sono Mateusz ha un soggetto forte e interessante, e gli attori sono piuttosto efficaci: peccato, però, che manchi un'estetica davvero degna di nota. La tematica complessa non combacia con una messinscena adeguatamente delicata, si rischia spesso la ridondanza e dal punto di vista tecnico è un'operazione a dir tanto mediocre. Perfetto per i dibattiti ai cineforum, forse, anche se di cinema ce n'è davvero poco.