Esther (Janet Gaynor) è una fanciulla in cerca di fortuna a Hollywood. Qui sposerà il famosissimo attore Norman Maine (Fredric March) che la condurrà sulla via del successo. Mentre la fama della ragazza arriverà alle stelle, quella dell'uomo sarà sempre più in calo: Norman, così, prova a trovare rifugio nell'alcool sino a meditare una tragica soluzione. Riuscendo a mescolare adeguatamente la commedia (nella prima parte) e il dramma (nella seconda), Wellman (supportato alla regia da Jack Conway, seppur non accreditato) dirige un film solido, interessante e riuscito anche se leggermente irrisolto. È nata una stella si avvale di una messa in scena mozzafiato e curata (ottima la fotografia nell'utilizzo dei colori) e di due interpreti in stato di grazia, eppure sul piano psicologico ed emotivo sembra che il lavoro viaggi con il freno a mano tirato. Forse impaurito da un sistema produttivo che conosceva a fondo, il regista decide di non focalizzarsi con la dovuta cautela sulla critica al mondo hollywoodiano, optando per una suggestiva ma superficiale denuncia dell'ambiente del cinema e delle sue contraddizioni. L'opera venne nominata a sette premi Oscar (tra cui miglior film e miglior regia) riuscendo a primeggiare nella categoria per il miglior soggetto originale. Il film si ispirò ad A che prezzo Hollywood? (1932), mentre sarà alla base di altri due omonimi remake: il primo del 1954 con Judy Garland e il secondo del 1976 con Barbra Streisand.