Giorgio (Salvatore Esposito) è un ambizioso giornalista trentenne, la cui vita cambia bruscamente quando il direttore del giornale per cui lavora decide di trasferirlo in una redazione di provincia. Il caso vuole, però, che proprio in quella cittadina avvenga lo scioccante rapimento per mano di ignoti del nipote della più importante imprenditrice locale: Giorgio dovrà così ricostruire la cronaca dei fatti per un caso di interesse nazionale. Opera prima di Cristano Anania, regista e sceneggiatore classe 1985, che ha dato vita a un esordio interessante nelle premesse, ma debole nella resa conclusiva. Il personaggio principale è ben caratterizzato, ma sono troppo evidenti i limiti dovuti alla ristrettezza del budget di partenza, con una messinscena poco incisiva e che ricorda troppo da vicino prodotti televisivi di basso livello. Il copione, inoltre, è fragile e vittima di troppe ingenuità, dovute soprattutto a una parte centrale priva di grandi idee e con numerose svolte narrative poco credibili e ancor meno appassionanti. Il film riesce a coinvolgere soltanto nelle prime battute, anche perché i personaggi di contorno sono scritti in maniera grossolana e manca una vera e propria coerenza nel disegno complessivo messo in campo. L’impressione è che L’eroe, che ha una partenza suggestiva, avrebbe avuto più forza drammaturgica come mediometraggio, mentre come lungo sembra troppo tirato per riuscire ad arrivare alla durata di 80 minuti. L’attore principale Salvatore Esposito è diventato celebre per il ruolo di Genny Savastano in Gomorra – La serie.