The Family Man
The Family Man
2000
Paese
Usa
Generi
Commedia, Drammatico, Fantasy
Durata
125 min.
Formato
Colore
Regista
Brett Ratner
Attori
Nicolas Cage
Téa Leoni
Don Cheadle
Jeremy Piven
Saul Rubinek
Josef Sommer
Makenzie Vega
Jake Milkovic
Ryan Milkovich
Amber Valletta
Ken Leung
Kate Walsh
Jack Campbell (Nicolas Cage) è un businessman e playboy di successo a Wall Street. La vigilia di Natale, tornando a casa, salva la situazione in un negozio, dove Cash (Don Cheadle) minaccia una rapina, salvo poi promettere a Jack che la sua vita cambierà. La mattina successiva, infatti, l'uomo si sveglierà nel letto di Kate (Téa Leoni), ragazza lasciata 13 anni prima.
Tra Frank Capra e Charles Dickens, The Familiy Man si situa in un'ipotetica linea di confine posta a mezz'aria tra La vita è meravigliosa (1946) e A Christmas Carol, dal quale trae dichiaratamente ispirazione tentando di esserne una sorta di rivisitazione moderna, senza però mai raggiungere il livello sperato né tanto meno suggerire la possibilità di intavolare anche solo un vago paragone. Un intreccio svagato, quello del film di Ratner, sognante e venato di lieve utopismo, ampiamente rovinato e vanificato prepotentemente, in ogni caso, da un eccesso di sentimentalismo e da scelte banali e in punta di retorica che impediscono qualsiasi salto di qualità e vincolano l'insieme a urgenze mestamente didascaliche. Nicolas Cage e Téa Leoni funzionano poco, ma è soprattutto l'intreccio che, pur partendo tra premesse trasognate e inusuali, risulta prevedibile, poco oliato e forzato in troppi passaggi, con un finale che più ovvio non si può, dove a salvarsi è solo qualche nota del commento musicale di Danny Elfman.
Tra Frank Capra e Charles Dickens, The Familiy Man si situa in un'ipotetica linea di confine posta a mezz'aria tra La vita è meravigliosa (1946) e A Christmas Carol, dal quale trae dichiaratamente ispirazione tentando di esserne una sorta di rivisitazione moderna, senza però mai raggiungere il livello sperato né tanto meno suggerire la possibilità di intavolare anche solo un vago paragone. Un intreccio svagato, quello del film di Ratner, sognante e venato di lieve utopismo, ampiamente rovinato e vanificato prepotentemente, in ogni caso, da un eccesso di sentimentalismo e da scelte banali e in punta di retorica che impediscono qualsiasi salto di qualità e vincolano l'insieme a urgenze mestamente didascaliche. Nicolas Cage e Téa Leoni funzionano poco, ma è soprattutto l'intreccio che, pur partendo tra premesse trasognate e inusuali, risulta prevedibile, poco oliato e forzato in troppi passaggi, con un finale che più ovvio non si può, dove a salvarsi è solo qualche nota del commento musicale di Danny Elfman.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare