Gabriel (Mathieu Amalric) e Jenny (Jeanne Balibar) si separano, ma c'è qualcosa che continua a legarli. Nasce un sentimento anche tra Gabriel e la giovane designer Anne (Virginie Ledoyen), ma il primo deve anche stare vicino all'amico Adrien (François Cluzet), scrittore di belle speranze che non riesce a replicare il successo degli esordi. L'aspirazione da cui è mosso Olivier Assayas, con Fin août, début septembre, è quella di intavolare un film-atmosfera, in cui le relazioni tra le persone facciano da filo conduttore nel raccontare la loro dimensione sentimentale, in una realtà dove l'ambiente riveste un ruolo primario nel definire il loro stato affettivo e mentale. Dalla fine di agosto di un anno, agli inizi di settembre del successivo, prende però corpo un film sbiadito, dove a destare interesse è il valzer degli amori, piuttosto che il vero centro tematico della pellicola: ovvero il dolore e l'incompiutezza di una manciata di anime incapaci di trovare un baricentro fisso, in continua peregrinazione come se fosse condizione dell'esistenza stessa. Una pellicola in cui Assayas sembra volersi tenere sempre a distanza, rispetto alla storia e ai personaggi, ma con una distanza che rende tutto sfocato, e che toglie, per lo spettatore, qualsiasi tipo di interesse al film.