Napoli. Raffaele Capece (Marcello Mastroianni), suonatore ambulante, è costretto ad accettare qualunque tipo di lavoro per mantenere il padre Natale (Peppino De Filippo), dipendente dal gioco. Proprio uno di questi incarichi lo trascinerà in un vortice di delitti apparentemente inspiegabili.

Improponibile pastiche che tenta maldestramente di unire farsa, commedia e giallo: sceneggiatura (firmata da Giuseppe Catalano, Elvio Porta e Sabatino Ciuffini, su soggetto del regista Sergio Corbucci) completamente sconclusionata e sviluppo ai limiti dell'assurdo, con annessa un'insopportabile presunzione (immediatamente intuibile dai titoli di testa che scorrono sulle immagini di Totò e Alfred Hitchcock, simboli, rispettivamente, della napoletanità e del mistero). Cast di richiamo a fare da specchietto per le allodole, ma non c'è un solo interprete dignitoso: desolanti i duetti tra Mastroianni e un Peppino De Filippo ridotto all'ombra di se stesso. Michel Piccoli è Victor Navarro, Renato Pozzetto è il commissario Voghera, Ornella Muti è Lucia. Insopportabili musiche di Riz Ortolani.