Green Book
Green Book
2018
Paese
Usa
Generi
Biografico, Commedia, Drammatico
Durata
130 min.
Formato
Colore
Regista
Peter Farrelly
Attori
Viggo Mortensen
Mahershala Ali
Linda Cardellini
Don Stark
Sebastian Maniscalco
Tony Villalonga, detto Toni Lip (Viggo Mortensen), è un uomo dai modi rozzi che lavora come buttafuori. Si ritrova però a riprendere il suo vecchio lavoro e a fare da autista a Don Shirley (Mahershala Ali), un pianista afro-americano incredibilmente dotato nella musica.
Ambientato nella New York degli anni ’60, ma costruito come un lungo viaggio on the road attraverso le diverse anime dell’America e in particolar modo degli Stati del Sud, notoriamente i più razzisti, Green Book è una contagiosa e irresistibile commedia che trova nella dimensione da buddy movie - una sorta di A spasso con Daisy (1989) al contrario - e nel sodalizio tra i due protagonisti un’alchimia preziosa e appagante. I due personaggi al centro della vicenda possiedono infatti degli spiccati tempi comici, al servizio di una sceneggiatura a orologeria in cui anche le gag più gustose ed esilaranti sono puntualmente mirate alla connotazione psicologica di entrambi e al loro essere esemplificativi di due anime dell’America, quella spudoratamente bianca e quella sommessamente di colore. Il loro legame, quasi del tutto basato su un pirotecnico gioco dei contrasti, muove da una reciproca diffidenza iniziale, ma lungo il percorso acquisirà brio, sfumature e spiragli di riflessione non indifferenti. Si tratta di un progetto senz’altro scaltro e furbissimo nell’ammiccare continuamente agli spettatori, ma capace di condensare al suo interno uno spaccato a stelle e strisce lussureggiante e polifonico, ben oltre la dicotomia tra rozzezza ed eleganza che separa Tony e Shirley. Il film, infatti, è a tutti gli effetti un catalogo di situazioni assai studiate ma allo stesso tempo travolgenti, in cui molti elementi scompaiono e ritornano, tra risate e malinconia, e le parentesi più sgradevoli e dissonanti sono appena suggerite, lasciando intelligentemente allo spettatore il compito di sanare e ricomporre alcune fratture identitarie e sociali, tra pregiudizi etnici e differenze di classe (con un epilogo da fiaba natalizia che fa pensare irrimediabilmente a Una poltrona per due di John Landis). Viggo Mortensen è semplicemente strepitoso nei panni di Villalonga, una sorta di bifolco alla Tony Soprano: l’attore fa il pieno di divertissement e strizzate d’occhio, si concede parolacce e intermezzi da italo-americano duro e puro e la sua metamorfosi corporea, con un appesantimento fisico non indifferente e un grande lavoro vocale, è il cuore del film di Peter Farrelly (regista curiosamente al timone di un progetto più mainstream e rassicurante, un feel good movie pulitissimo per regia e scrittura, dopo aver firmato insieme al fratello Bobby delle commedie demenziali particolarmente popolari, come Scemo & più scemo e Tutti pazzi per Mary). Mahershala Ali, tuttavia, non è affatto da meno. Il titolo fa riferimento al The Niro Motorist Green Book, itinerario che i neri dovevano seguire negli anni ’60 se volevano avere la certezza di viaggiare senza ficcarsi nei guai e rischiare la pelle. Vincitore del Premio del Pubblico al Toronto Film Festival, Green Book si è portato a casa numerosi riconoscimenti, tra cui tre Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura originale e miglior attore non protagonista a Mahershala Ali.
Ambientato nella New York degli anni ’60, ma costruito come un lungo viaggio on the road attraverso le diverse anime dell’America e in particolar modo degli Stati del Sud, notoriamente i più razzisti, Green Book è una contagiosa e irresistibile commedia che trova nella dimensione da buddy movie - una sorta di A spasso con Daisy (1989) al contrario - e nel sodalizio tra i due protagonisti un’alchimia preziosa e appagante. I due personaggi al centro della vicenda possiedono infatti degli spiccati tempi comici, al servizio di una sceneggiatura a orologeria in cui anche le gag più gustose ed esilaranti sono puntualmente mirate alla connotazione psicologica di entrambi e al loro essere esemplificativi di due anime dell’America, quella spudoratamente bianca e quella sommessamente di colore. Il loro legame, quasi del tutto basato su un pirotecnico gioco dei contrasti, muove da una reciproca diffidenza iniziale, ma lungo il percorso acquisirà brio, sfumature e spiragli di riflessione non indifferenti. Si tratta di un progetto senz’altro scaltro e furbissimo nell’ammiccare continuamente agli spettatori, ma capace di condensare al suo interno uno spaccato a stelle e strisce lussureggiante e polifonico, ben oltre la dicotomia tra rozzezza ed eleganza che separa Tony e Shirley. Il film, infatti, è a tutti gli effetti un catalogo di situazioni assai studiate ma allo stesso tempo travolgenti, in cui molti elementi scompaiono e ritornano, tra risate e malinconia, e le parentesi più sgradevoli e dissonanti sono appena suggerite, lasciando intelligentemente allo spettatore il compito di sanare e ricomporre alcune fratture identitarie e sociali, tra pregiudizi etnici e differenze di classe (con un epilogo da fiaba natalizia che fa pensare irrimediabilmente a Una poltrona per due di John Landis). Viggo Mortensen è semplicemente strepitoso nei panni di Villalonga, una sorta di bifolco alla Tony Soprano: l’attore fa il pieno di divertissement e strizzate d’occhio, si concede parolacce e intermezzi da italo-americano duro e puro e la sua metamorfosi corporea, con un appesantimento fisico non indifferente e un grande lavoro vocale, è il cuore del film di Peter Farrelly (regista curiosamente al timone di un progetto più mainstream e rassicurante, un feel good movie pulitissimo per regia e scrittura, dopo aver firmato insieme al fratello Bobby delle commedie demenziali particolarmente popolari, come Scemo & più scemo e Tutti pazzi per Mary). Mahershala Ali, tuttavia, non è affatto da meno. Il titolo fa riferimento al The Niro Motorist Green Book, itinerario che i neri dovevano seguire negli anni ’60 se volevano avere la certezza di viaggiare senza ficcarsi nei guai e rischiare la pelle. Vincitore del Premio del Pubblico al Toronto Film Festival, Green Book si è portato a casa numerosi riconoscimenti, tra cui tre Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura originale e miglior attore non protagonista a Mahershala Ali.
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