Bill Boss (Dieter Laser) è il cinico e violento direttore di un carcere di massima sicurezza statunitense, alle prese con continui problemi di bilancio e rivolte dei detenuti. La soluzione al problema, su consiglio dell'assistente Dwight Butler (Laurence R. Harvey), sarà suggerita dal film The Human Centipede (First Sequence): un gigantesco millepiedi umano di cinquecento prigionieri. Cala il sipario sulla saga del "centopiedi umano" concepita da Tom Six: The Human Centipede III (Final Sequence) rappresenta, grazie anche alla compresenza di Dieter Laser e Laurence R. Harvey, una sorta di summa dell'opera grandguignolesca del regista olandese. Un terzo atto che risulta improponibile anche per i numerosi fan delle truculente e note vicende di manipolazione fisica: i toni appaiono grossolanamente parodistici e sopra le righe e il gioco citazionista, con in scena addirittura Tom Six nella parte di se stesso, non è altro che una riproposizione di quanto già visto in The Human Centipede II (Full Sequence) del 2011. Esaurita ogni potenziale idea, Six si affida ciecamente all'adagio "bigger is better", ma il chilometrico centopiedi, strumento di controllo del disordine sociale in una risibile satira sulla violenza dei sistemi carcerari, trasmette semplicemente noia e senso del ridicolo. Cameo dell'attore Eric Roberts, a sottolineare pretestuosamente che il concept ha ormai sfondato le barriere dell'underground. Primo ruolo mainstream per l'attrice pornografica Bree Olson (Daisy).