Mina (Alba Rohrwacher), italiana in trasferta lavorativa a New York, si innamora di Jude (Adam Driver). Al fidanzamento segue il matrimonio, ma la nascita di un figlio e l'insorgere di problemi mentali faranno precipitare la ragazza in una spirale ossessiva, destinata a concludersi in tragedia.

Saverio Costanzo, anche sceneggiatore, adatta Il bambino indaco, romanzo scritto da Marco Franzoso nel 2012, confezionando un pedestre dramma dalle sfumature comico/orrorifiche, pretenzioso nel contenuto e delirante nella struttura. Un tema centrale (il delirio psicotico della protagonista, convinta di dare alla luce l'Eletto del nuovo millennio) svilito dall'assoluta confusione di registri (assurdi gli inserti “tensivi” disseminati nel corso della narrazione), da un citazionismo gratuito e da derive formali che lasciano interdetti (le inquadrature grandangolate e deformanti, atte a simboleggiare il collasso della famiglia disfunzionale). Cast svogliato in cui si salvano i protagonisti Adam Driver e Alba Rohrwacher, premiati entrambi a Venezia con la Coppa Volpi. Ridondante colonna sonora in salsa pop di Nicola Piovani.