Armando Andreoli (Alberto Sordi), ingegnere ottantenne, non ha ancora raggiunto la pace dei sensi. L'incontro con la giovane infermiera Federica (Valeria Marini) manda in crisi il suo matrimonio e la sua intera esistenza.
Ultimo film diretto (e interpretato) da Alberto Sordi, che anche in quest'ultima (dis)avventura sul grande schermo ha voluto al suo fianco lo sceneggiatore Rodolfo Sonego. Peccato che il “canto del cigno” sia anche una delle pellicole più insulse e inconsistenti della sua intera carriera: poco credibile e ancor meno coinvolgente, è un film che procede col pilota automatico, piatto e monocorde fino alla fine. Non ci sono riflessioni degne di nota sulla vecchiaia, ma soltanto timidi tentativi di autoparodia (Sordi di fronte a un piatto di maccheroni), sequenze di troppo e interpretazioni (Valeria Marini, in primis) degne di una recita parrocchiale per beneficienza. Impresentabile, anche per i fan della prima ora dello straordinario attore romano.