Entrato in possesso di una serie di foto compromettenti, l'investigatore privato Philip Marlowe (James Garner) si trova suo malgrado coinvolto in una storia di omicidi e ricatti. Risolvere i tanti misteri sarà tutt'altro che facile. Tra le varie incarnazioni cinematografiche dell'investigatore privato Philip Marlowe, personaggio nato dalla penna di Raymond Chandler, si ricordano principalmente quelle incarnate da Humphrey Bogart (Il grande sonno del 1946) ed Elliot Gould (Il lungo addio del 1973). Ma sarebbe ingiusto dimenticare quella di James Garner in questa pellicola ispirata al romanzo La sorellina: il Marlowe diretto da Paul Bogart è un uomo affascinate, circondato da belle donne, ironico e dalla battuta sempre pronta, guidato da un codice di comportamento che lascia trapelare una certa solidità morale. Godibile e ricca di sorprese, è una pellicola efficace, seppur i suoi meriti non vadano (tanto) oltre il buon ritmo e la curata ricostruzione storica. Strutturato come un classico noir, e quindi con una composizione narrativa che procede per accumulo fino alla risoluzione finale, il film è noto, tra le altre cose, anche per un paio di sequenze che vedono protagonista un Bruce Lee all'alba di quei primi anni '70 che lo avrebbero portato all'apice del successo e anche alla sua prematura scomparsa.