Matt Winslow (Robert Urich) si trasferisce con moglie e figli in una nuova e apparentemente avveneristica comunità, con lo scopo di lavorare a un progetto scientifico. L'invito per entrare a far parte di un esclusivo club nasconde un pericolo mortale per lui e per i suoi cari. Produzione televisiva targata Wes Craven, nello stesso anno di realizzazione del cult Nightmare – Dal profondo della notte (1984). Il regista si sforza di dare dignità a un'operazione ingenua e quasi dilettantesca, ingabbiata da una sceneggiatura che unisce uno spirito sci-fi naïf a una componente soprannaturale debitrice dalla serie tv anni '50 Ai confini della realtà di Rod Serling. Apprezzabile lo sforzo, meno il risultato, anche se va considerato il target di pubblico a cui Invito all'inferno è indirizzato. Nonostante la plasticità dei set, la superficialità nella recitazione e l'artigianalità degli effetti speciali, Craven riesce a costruire un minimo di tensione narrativa. Il volto maggiormente noto al grande pubblico è quello del giovane Barret Oliver, protagonista de La storia infinita (1984) di Wolfgang Petersen e della prima versione di Frankenweenie (1984) di Tim Burton; Joanna Cassidy è Patricia Winslow. Sceneggiatura di Richard Rothstein, musiche di Sylvester Levay.