Nella Hong Kong degli anni Cinquanta, una vedova anglo-cinese, Han Suyin (Jennifer Jones), e un corrispondente americano, Mark Elliott (William Holden), si conoscono e si innamorano l'uno dell'altra. La loro relazione sarà ostacolata da maldicenze e pettegolezzi, fino a che Mark non verrà chiamato al fronte durante la Guerra di Corea. Ricordato da molti per il motivetto musicale che spesso accompagna le scene, L'amore è una cosa meravigliosa è una pellicola che racchiude tutte le componenti del melodramma classico: una storia d'amore passionale, lo sfondo esotico dominato dalla guerra e un finale strappalacrime. Henry King dirige il tutto con una perizia formale degna di lode, riuscendo anche a intuire, prima di molti altri, il valore urbanistico di Hong Kong, metropoli fino ad allora poco sfruttata dal grande schermo. La pellicola scorre in maniera lineare per tutta la sua durata, presentando qualche limite nelle svolte narrative più salienti (tutte abbastanza prevedibili) e nell'abbondare di retorica (soprattutto nel finale), ma si tratta di difetti (forse) inevitabili per una produzione di questo tipo. William Holden e Jennifer Jones, inoltre, sono perfetti.