La città proibita
2025
In sala
dal 13/03
Paese
Italia
Generi
Azione, Commedia
Durata
135 min.
Formato
Colore
Regista
Gabriele Mainetti
Attori
Yaxi Liu
Enrico Borello
Sabrina Ferilli
Luca Zingaretti
Marco Giallini
Le due sorelle Yun e Mei, educate fin da piccole alle arti marziali, decidono di lasciare la Cina, alla volta di Roma, per sfuggire alla politica cinese del figlio unico. Ma il nostro non sarà per loro un "Belpaese": tra mosse di kung fu e spari di pistola, Mei (Yaxi Liu) dovrà arrivare fino in fondo a una dolorosa situazione familiare.

Gabriele Mainetti prosegue nel coraggioso intento di realizzare su suolo italiano dei film dal forte carattere esterofilo, ad alto budget e in cui generi cinematografici all’apparenza inconciliabili si miscelano tra loro fino a diventare indissolubili. Sulla falsa riga del suo primo lungometraggio Lo chiamavano Jeeg Robot, con "La città proibita" il regista romano ora si cimenta con le arti marziali, non nascondendo un amore viscerale nei confronti dei film di Bruce Lee e del cinema di hong kong in generale. Il kung fu si mescola efficacemente con una sorta di “commedia all’italiana”, brillante e disincantata, dando vita a un film che funziona e che annovera molte citazioni cinefile, che spaziano da Kill Bill di Quentin Tarantino a Vacanze Romane di William Wyler, nonostante il ritmo abbia qualche calo di troppo, soprattutto in una parte centrale che funziona meno bene rispetto a quella iniziale e finale. I movimenti di macchina, però, sono sempre funzionali per accompagnare la narrazione, senza risultare mai gratuiti come accadeva invece nel secondo lavoro di Mainetti, Freaks Out: ne La città proibita la cinepresa si avvicina molto ai volti di chi dialoga nei momenti più riflessivi; mentre si agita, spesso sorvolando i corpi in movimento, durante le inquadrature più lunghe e con un taglio maggiormente vicino al cinema d’azione. Ottima la prima prova recitativa di Yaxi Liu, già controfigura in Mulan (dimenticabile film del 2020, di Niki Caro), che si trova a sostenere “a volto scoperto” (e non più di spalle, come accade agli stunts) la macchina da presa, riuscendovi molto bene specialmente nei frangenti più emotivi della propria storia. Davvero ben scritto e interpretato anche il personaggio di Annibale (Marco Giallini), il tipico capetto mafioso di quartiere che vive di caporalato e disprezzo nei confronti dello straniero, di qualunque nazionalità egli sia.
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