Lebanon
Lebanon
2009
Paesi
Israele, Francia, Germania
Generi
Drammatico, Guerra
Durata
93 min.
Formato
Colore
Regista
Samuel Maoz
Attori
Yoav Donat
Itay Tiran
Oshri Cohen
Michael Moshonov
Zohar Strauss
Prima guerra del Libano, 1982. Un gruppo di soldati vede il mondo esterno tramite il mirino del carrarmato in cui sono rinchiusi.
Primo lungometraggio di finzione di Samuel Maoz, Lebanon è un'opera stupefacente e originale. Quasi interamente ambientato all'interno del carrarmato, è un prodotto toccante e innovativo, in cui il mirino del cannone si trasforma in uno spietato occhio di morte. La soggettiva del mirino diventa una grande metafora voyeuristica dello sguardo dello spettatore, costretto a osservare in prima persona gli orrori della guerra che gli si parano davanti. Le drammatiche azioni belliche si trasformano così in eventi virtuali per i soldati israeliani dell'equipaggio: alienati e depersonalizzati attraversano un mondo devastato dagli spari e dal dolore senza rendersi conto di ciò che stanno realmente facendo. In mezzo a tanta brutalità, c'è spazio anche per alcune sequenze poetiche: da una lacrima sul volto di un asino morente, fino al campo di girasoli che apre e chiude la pellicola. A sorpresa (ma non troppo), il film ha vinto il Leone d'oro della 66ª edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Primo lungometraggio di finzione di Samuel Maoz, Lebanon è un'opera stupefacente e originale. Quasi interamente ambientato all'interno del carrarmato, è un prodotto toccante e innovativo, in cui il mirino del cannone si trasforma in uno spietato occhio di morte. La soggettiva del mirino diventa una grande metafora voyeuristica dello sguardo dello spettatore, costretto a osservare in prima persona gli orrori della guerra che gli si parano davanti. Le drammatiche azioni belliche si trasformano così in eventi virtuali per i soldati israeliani dell'equipaggio: alienati e depersonalizzati attraversano un mondo devastato dagli spari e dal dolore senza rendersi conto di ciò che stanno realmente facendo. In mezzo a tanta brutalità, c'è spazio anche per alcune sequenze poetiche: da una lacrima sul volto di un asino morente, fino al campo di girasoli che apre e chiude la pellicola. A sorpresa (ma non troppo), il film ha vinto il Leone d'oro della 66ª edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
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