Laurent (Vincent Lindon) è un cinquantenne padre di famiglia che si trova costretto a fare i conti con la crisi economica. Si impegna a cercare lavoro e, dopo un periodo non proprio fortunato, finalmente viene assunto come guardia di sicurezza in un supermercato: il nuovo impiego, però, lo metterà davanti a importanti scelte morali.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, dove Vincent Lindon si è aggiudicato il premio come miglior attore, La legge del mercato è un lungometraggio decisamente calato nella contemporaneità, ricco di un potenziale notevole che il regista riesce (quasi sempre) a sfruttare nel modo giusto. Brizé sceglie di raccontare la storia comune di un uomo comune, adottando uno stile osservativo ma non frenetico, sempre pronto a schivare la retorica e a non eccedere nel patetismo. Laurent vive in continuo equilibrio, sospeso in una realtà dura e cinica con cui si troverà più volte costretto a fare i conti. Ed è proprio quando vengono sollevati gli interrogativi più importanti (denunciare o meno i colleghi imbroglioni) che la pellicola fatica a incidere come vorrebbe, leggermente incerta su come schierarsi, seppur sia ugualmente capace di far riflettere. Lo stile asciutto della regia e l'ottima performance di Lindon rendono La legge del mercato un prodotto più che interessante, ma, arrivati ai titoli di coda, si ha la sensazione che si potesse fare ancora di più.