Vienna. Un ispettore di polizia (Harvey Keitel) cerca di far luce sul tentato suicidio della divorziata Milena Flaherty (Theresa Russell). Dalle indagini emerge che la donna aveva una relazione torbida e tormentata con uno studioso di psicanalisi (Art Garfunkel), legato a lei da una gelosia morbosa. Su una sceneggiatura di Yale Dudoff, Roeg costruisce un dramma sensuale ed erotico dove a farla da padrone – prima ancora della psicanalisi di Freud – ci sono le influenze pittoriche di Klimt e il segno violento e disturbante di Egon Schiele (evidente qui la formazione del regista come direttore della fotografia). Labirintico melodramma a forti tinte sensuali, calato in un'atmosfera ai limiti del kitsch ma che pure si rivela affascinante e in un certo senso ipnotizzante, il film si muove tra continui (forse eccessivi) flashback, che rischiano però, in alcuni punti, di risultare pedanti e di rendere il tutto poco coeso. Ma l'inizio è folgorante, per montaggio e tensione e Roeg tiene il film in un perenne stato di paranoia e ossessione che arrivano quasi a logorare lo spettatore. Theresa Russell, moglie di Roeg, è perfetta in un ruolo per la quale sarà identificata per lungo tempo. Colonna sonora di buon livello: si va da Tom Waits agli Who, da Billy Holiday a Keith Richards. Negli Stati Uniti il film uscì con l'aggiunta del sottotitolo A Sensual Obsession.