Ancora un'estate
L’été dernier
2023
Paese
Francia
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
104 min.
Formato
Colore
Regista
Catherine Breillat
Attori
Léa Drucker
Olivier Rabourdin
Samuel Kircher
Clotilde Courau
Un’affermata avvocata, Anne (Léa Drucker), con due figlie piccole, vive col compagno Pierre (Olivier Rabourdin) in una tranquilla e agiata villa e si occupa di ragazzi problematici, ma i suoi equilibri e la relativa routine saranno sconvolti dall’arrivo di Theo (Samuel Kircher), irrequieto figlio di 17 anni che il padrone di casa ha avuto da una precedente relazione e col Anne quale inizierà un rapporto erotico, compromettendone anche la stabilità emotiva.

Regista da sempre votata all’esplorazione di sessualità femminili e pulsioni desideranti che accentrano e metto a soqquadro intere esistenze, la regista francese Catherine Breillat dirige all’età di 74 anni, dieci anni dopo il suo ultimo Abus de faiblesse (tratto dal suo romanzo autobiografico), un film che racconta frontalmente la relazione erotica e sessuale tra una donna più grande e un ragazzo minorenne di gran lunga più piccolo di lei. Remake francese del film danese Dronningen di May El-Toukhy (2019), il cui titolo anglofono era Queen of Hearts, ne L’été dernier la cineasta di Romance (1999) e Pornocrazia (2004), entrambi con il pornodivo italiano Rocco Siffredi, mette in scena una trattenuta ma pur sempre rovente relazione destinata a far saltare il banco e a polverizzare stabilità e certezze familiari, lavorative e alto-borghesi della donna. Il tono del racconto e l’approccio della regia, a tratti davvero soffusa, inseguono una leggerezza apparentemente soave ma in realtà madida di stimoli sensoriali, come in una ideale versione più pruriginosa ma meno magnetica del cinema di Rohmer (mutatis mutandis). La parabola tracciata, tuttavia, col passare dei minuti e degli snodi narrativi si riduce sempre più a un compassato pretesto che a una reale esigenza espressiva, disinnescando molte ambizioni. Incorniciato da dialoghi minimali ma funzionali ed estremamente intenzionato a radiografare di soppiatto un microcosmo abbiente, specie nel momento in cui va a sbattere a brutto muso contro una forza eversiva a carattere sessuale, il film è più pudico che torbido, in certi casi anche abbastanza guardingo, ma riesce ad ogni modo a tratteggiare con verosimile naturalezza alcuni passaggi, specie i momenti più intimi e “asimmetrici” (non solo per ragioni di età) degli amplessi tra i due protagonisti, che alternano sudore e carnalità a delicatezza e tenerezza. Presentato in Concorso al Festival di Cannes 2023.
Maximal Interjector
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