Hawaai. Scambiato erroneamente per un cane, il frutto di un esperimento alieno di genetica viene adottato dall'orfanella Lilo e dalla di lei sorella maggiore, Nani. Lilo e Stitch, tra un pasticcio e l'altro, stringono leale e sincera amicizia; ma i responsabili della nascita di Stitch gli stanno alle calcagna. Lilo & Stitch non è certamente un film memorabile, ma ha il grande pregio di tratteggiare con sicurezza il rapporto che si viene a formare tra due esseri viventi di nature eterogenee, inserendosi nella felice tradizione filosofica tutta disneyana per la quale il contatto con il diverso produce felicità e, soprattutto, vicendevole consapevolezza del proprio valore. E qui non c'è eccezione. Seppur il film non presenti mai momenti elevati o considerazioni particolarmente "importanti", si lascia guardare con facilità, non si concede parentesi insopportabilmente melense e prende a modello dei riferimenti estetici più che apprezzabili: Elvis Presley, in primis, e la fiaba de Il brutto anatroccolo, strumento intellettuale che consente a Stitch di fortificare i nuovi legami famigliari acquisiti. Durante la visione si vorrebbe abbracciare la piccola Lilo in più momenti. Candidato all'Oscar come miglior film d'animazione.