Loulou
Loulou
1980
Paese
Francia
Genere
Sentimentale
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Maurice Pialat
Attori
Isabelle Huppert
Gérard Depardieu
Guy Marchand
Humbert Balsan
Bernard Tronczak
Christian Boucher
Frédérique Cerbonnet
Nelly (Isabelle Huppert) lascia il geloso e monocorde marito borghese Andre (Guy Marchand) per Loulou (Gérard Depardieu), disoccupato e sfaccendato giovane di periferia, e rimane incinta.
Presentato in concorso al 33º Festival di Cannes, Loulou incarna pienamente la libertà fisica e (a)morale del suo protagonista, interpretato da un Gérard Depardieu all'apice del suo fascino animalesco, in quel sottilissimo spazio attoriale tra il trasporto appassionato e la noncuranza verso la propria stessa aderenza al personaggio. Con l'apporto di una giovanissima Huppert, perfettamente a suo agio nell'emancipazione sessuale e lavorativa della sua Nelly, i due ribaltano il carattere perdente della coppia sbilanciata, dove è la donna a mantenere il compagno, e danno vita a un amour fou senza preconcetti, dove il mondo giudicante rimane, almeno per un po', dietro la porta di una camera d'albergo, con loro due isolati nella lussuria e alla larga da ogni perbenismo. Non è il confronto tra due classi sociali, quanto il paragone tra due tipi di relazione a contare più di tutto: quella classica, culturalmente alla pari tra Nelly e Andre (Guy Marchand) e l'altra puramente fisica, gioiosa, infantile, come ritagliata da una poesia di Prévert. Lo sguardo concentrato, quasi impostore di Pialat li insegue nella notte, nei bar, nelle strade periferiche, catturando chi e cosa si concede con più forza alla macchina da presa ed escludendo il resto, che rimane attivo ma fuori campo in attesa di ritornare nell'inquadratura. Non è chiaro dove il regista si posizioni, né che fine destinerà alla coppia, segnalando così una scrittura incerta, senza una vera direzione, che alla lunga finisce col rendere il film a tratti interdetto e forse irrisolto, pur non compromettendone il fascino e la spontaneità. D'altronde in Loulou, Pialat predilige l'improvvisazione: il letto che si rompe, lo sguardo di un Depardieu a ruota libera che incrocia l'obiettivo e gli spettatori. Conquistandoli, nonostante tutto.
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