Magari
Magari
2019
Paesi
Italia, Francia
Genere
Drammatico
Durata
104 min.
Formato
Colore
Regista
Ginevra Elkann
Attori
Riccardo Scamarcio
Alba Rohrwacher
Céline Sallette
Tre fratelli, Alma (Oro de Commarque), Jean (Ettore Giustiniani) e Sebastiano (Milo Roussel), lasciano la Parigi della madre, fervida cristiana ortodossa, per raggiungere per le vacanze natalizie in quel di Roma il padre, sceneggiatore pieno di sé e di scarso successo, squattrinato e donnaiolo (Riccardo Scamarcio). Con loro c'è anche la nuova compagna del genitore, Benedetta (Alba Rohrwacher).
Ginevra Elkann esordisce dietro la macchina da presa con la storia privata e sentita di tre fratelli e di una vacanza: una vicenda che riecheggia, nel sogno della piccola Alma (quello di vedere i genitori risposarsi), echi dei desideri della regista da bambina. La sceneggiatura, scritta dalla Elkann con Chiara Barzini, è dunque molto personale e autobiografica e Magari, tenue e carezzevole fin dal titolo, ha il merito di farsi largo in questo grumo di speranze infantili con delicatezza e docilità. Ne viene fuori un film di memorie di famiglia lineare e disteso, che non rinuncia a una vena autunnale di accennata ma palpabile malinconia (ben visibile anche nel pattern cromatico, così poco estivo) e si lascia ravvivare da più di un momento di sgraziata e vivida ironia, destinata soprattutto a genitori fricchettoni e vanesi ma ai quali, col senno di poi, riservare più di un buffetto consolatorio, con i sorrisi a schermare la nostalgia e il disincanto. Punti a favore che tuttavia non cancellano né riscattano un'evidente (e dichiarata, alla larga da ogni pretenziosità) esilità narrativa: il secondo blocco di film è sicuramente più stiracchiato e deficitario rispetto al primo, animato invece da un tepore stralunato e poi disperso, da un affetto sussurrato ma anche tagliente per l'infanzia come zona franca e regno dalle sterminate possibilità sentimentali. In una scena fa capolino, su un televisore, la celebre scena del pranzo a Casa Covelli di Vacanze di Natale '83 (1983) di Carlo Vanzina, quella in cui il Roberto di Christian De Sica esprime tutto il suo apprezzamento per i fusilli. Ispirata fotografia di Vladan Radovic. In colonna sonora Prima di andare via di Riccardo Sinigallia. Film d'apertura del Locarno Festival 2019.
Ginevra Elkann esordisce dietro la macchina da presa con la storia privata e sentita di tre fratelli e di una vacanza: una vicenda che riecheggia, nel sogno della piccola Alma (quello di vedere i genitori risposarsi), echi dei desideri della regista da bambina. La sceneggiatura, scritta dalla Elkann con Chiara Barzini, è dunque molto personale e autobiografica e Magari, tenue e carezzevole fin dal titolo, ha il merito di farsi largo in questo grumo di speranze infantili con delicatezza e docilità. Ne viene fuori un film di memorie di famiglia lineare e disteso, che non rinuncia a una vena autunnale di accennata ma palpabile malinconia (ben visibile anche nel pattern cromatico, così poco estivo) e si lascia ravvivare da più di un momento di sgraziata e vivida ironia, destinata soprattutto a genitori fricchettoni e vanesi ma ai quali, col senno di poi, riservare più di un buffetto consolatorio, con i sorrisi a schermare la nostalgia e il disincanto. Punti a favore che tuttavia non cancellano né riscattano un'evidente (e dichiarata, alla larga da ogni pretenziosità) esilità narrativa: il secondo blocco di film è sicuramente più stiracchiato e deficitario rispetto al primo, animato invece da un tepore stralunato e poi disperso, da un affetto sussurrato ma anche tagliente per l'infanzia come zona franca e regno dalle sterminate possibilità sentimentali. In una scena fa capolino, su un televisore, la celebre scena del pranzo a Casa Covelli di Vacanze di Natale '83 (1983) di Carlo Vanzina, quella in cui il Roberto di Christian De Sica esprime tutto il suo apprezzamento per i fusilli. Ispirata fotografia di Vladan Radovic. In colonna sonora Prima di andare via di Riccardo Sinigallia. Film d'apertura del Locarno Festival 2019.
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