La morte può attendere
Die Another Day
2002
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Genere
Spionaggio
Durata
133 min.
Formato
Colore
Regista
Lee Tamahori
Attori
Pierce Brosnan
Halle Berry
Toby Stephens
Rick Yune
Rosamund Pike
Will Yun, Lee
Michael Madsen
Judi Dench
John Cleese
Samantha Bond
Riabilitato in servizio dopo un lungo periodo di prigionia in Corea del Nord, James Bond (Pierce Brosnan) deve sventare il folle piano del milionario Gustav Graves (Toby Stephens): tra tradimenti, doppi giochi e traffici illegali di diamanti, il passato ritorna.
Il mito di James Bond entra nel nuovo millennio con il film più sconclusionato, approssimativo e fracassone di tutta la serie, il peggiore di sempre. Se nei passi falsi del passato era comunque possibile riscontare una sincerità di intenti e un impegno tangibili, nel ventesimo episodio nemmeno l'inopinato abuso di effettacci digitali riesce a mascherare l'imbarazzo trasmesso da una sceneggiatura ottusa che procede a suon di maldestri colpi di scena. L'elemento trasgressivo di pseudo-innovazione (un protagonista sofferente) viene accantonato dopo il primo quarto d'ora, per concentrare gli sforzi produttivi verso le ambientazioni esotiche (pessime, fotografate come un catalogo illustrato) e le spettacolari scene di azione, mortificate però da un montaggio troppo frenetico. La raffinata atmosfera è soffocata dalle esplosioni, l'umorismo british scade nella battuta triviale. Realizzato a quarant'anni esatti dal primo film della serie, La morte può attendere celebra il prestigioso anniversario con un banale carosello di citazioni delle pellicole del passato. Irritante, anche per i fan. Pierce Brosnan, ridotto alla parodia di se stesso, non trova certo un felice supporto in Halle Berry, espressiva come un gambo di sedano. Un punto di non ritorno a cui i produttori sapranno reagire con intelligenza quattro anni più tardi, con l'inizio dell'era Daniel Craig.
Il mito di James Bond entra nel nuovo millennio con il film più sconclusionato, approssimativo e fracassone di tutta la serie, il peggiore di sempre. Se nei passi falsi del passato era comunque possibile riscontare una sincerità di intenti e un impegno tangibili, nel ventesimo episodio nemmeno l'inopinato abuso di effettacci digitali riesce a mascherare l'imbarazzo trasmesso da una sceneggiatura ottusa che procede a suon di maldestri colpi di scena. L'elemento trasgressivo di pseudo-innovazione (un protagonista sofferente) viene accantonato dopo il primo quarto d'ora, per concentrare gli sforzi produttivi verso le ambientazioni esotiche (pessime, fotografate come un catalogo illustrato) e le spettacolari scene di azione, mortificate però da un montaggio troppo frenetico. La raffinata atmosfera è soffocata dalle esplosioni, l'umorismo british scade nella battuta triviale. Realizzato a quarant'anni esatti dal primo film della serie, La morte può attendere celebra il prestigioso anniversario con un banale carosello di citazioni delle pellicole del passato. Irritante, anche per i fan. Pierce Brosnan, ridotto alla parodia di se stesso, non trova certo un felice supporto in Halle Berry, espressiva come un gambo di sedano. Un punto di non ritorno a cui i produttori sapranno reagire con intelligenza quattro anni più tardi, con l'inizio dell'era Daniel Craig.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare