Nanuk l'esquimese
Nanook of the North
1922
Paesi
Usa, Francia
Generi
Documentario, Drammatico, Avventura
Durata
79 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Robert J. Flaherty
La vita e la dura lotta per la sopravvivenza del cacciatore esquimese Nanuk (Allakariallak) e della sua famiglia, appartenenti alla tribù Itivimuit. Un racconto che si snoda dall'estate all'inverno: dal viaggio in kayak per vendere pelli di volpe e orso alla caccia a trichechi e foce; dalle furiose tormente di neve alla costruzione di un igloo. Primo film di Robert J. Flaherty e opera universalmente riconosciuta come capostipite del documentario in forma di lungometraggio. Sorta di ode al coraggio e all'intraprendenza umana dinnanzi a una natura ostile ma al contempo parte integrante dell'esistenza, il film è un mirabile esempio di poesia applicata al cinema, capace di catturare l'essenza della vita di tutti i giorni dei suoi protagonisti, valorizzando dettagli, abitudini quotidiane e piccoli gesti significativi. La realtà accade davanti alla macchina da presa con naturalezza e semplicità, benché alla base ci sia una consapevole e solida idea di messa in scena. Proprio per la sua componente finzionale, il film subì diverse critiche che oggi appaiono pretestuose: si tratta, al contrario, di uno dei più riusciti risultati di fusione tra documentarismo e fiction, sottolineando l'assoluta aleatorietà di etichette di genere che l'opera di Flaherty travalica. Il regista coglie sul fatto la vita e al contempo la narrativizza con intelligenza, raccontando una storia di profonda e sincera umanità, osservando e descrivendo visivamente attimi di quotidianità. Il film nasce dalle ceneri di materiali filmati da Flaherty nel corso delle sue escursioni al confine tra Stati Uniti e Canada, andati distrutti, e dal soggiorno di oltre un anno del regista presso la comunità esquimese. Il protagonista Nanuk morì di stenti due anni dopo il termine delle riprese.
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