Mirta (Alice Pagani) è follemente innamorata di Robin (Rocco Fasano). Quest’ultimo le dice che se anche dovessero morire, riuscirebbero a tornare dall’aldilà: effettivamente succederà proprio questo…

Arrivato al suo secondo lungometraggio dopo I figli della notte, Andrea De Sica fa resuscitare i suoi protagonisti e allo stesso tempo cerca di far rivivere il genere horror in Italia, un tempo filone glorioso che si è andato a perdere nel corso dei decenni. Prendendo spunto dal romanzo omonimo di Chiara Palazzolo del 2005, primo di una trilogia, il film è pensato per un pubblico adolescente e cerca allo stesso tempo di dare vita a qualcosa di nuovo nel panorama italiano contemporaneo. Dalle scelte della colonna sonora ad alcune inquadrature dall’estetica accattivante, il film sembra prendere in prestito molte delle atmosfere della serie Baby, firmata proprio dallo stesso Andrea De Sica con Alice Pagani. Gli esiti, infatti, sono abbastanza simili e non è purtroppo una nota di merito: vittima di una parte iniziale carica di momenti poco centrati e decisamente di cattivo gusto, Non mi uccidere risulta azzoppato fin dai primi minuti e non basta una lieve crescita nella seconda parte per alzare le sorti artistiche di un prodotto con chiare finalità commerciali e poche idee narrative. La sceneggiatura segue dinamiche altamente prevedibili, ma soprattutto è pessima la costruzione dei personaggi di contorno e il cast non fa certo un granché per migliorare le cose. De Sica gioca col pulp e con il gore, anche con una certa ambizione, ma trovare in questo dei lati positivi significherebbe semplicemente accontentarsi, dato che in Italia prodotti del genere non ci sono più (o quasi), e chiudere gli occhi di fronte a ciò che viene invece realizzato in tante altre nazioni. I moltissimi possibili collegamenti con Twilight, a partire dalle sembianze degli attori, sono stati citati davvero tutti e anche questo non è certamente una grande nota di merito, anzi.