Nour
2019
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
93 min.
Formato
Colore
Regista
Maurizio Zaccaro
Attori
Sergio Castellitto
Linda Mresy
Miloud Mourad Benamara
Raffaella Rea
Thierry Toscan
Valeria D'Obici
Nour (Linda Mresy) ha dieci anni: dopo aver attraversato il Mediterraneo ed essere uscita indenne a un violento naufragio arriva a Lampedusa, dove viene soccorsa dal medico Pietro Bartolo (Sergio Castellitto). L'uomo, identificato dalla bimba come un eroe, inizia a prendersi cura di lei nel tentativo di ricostruirne la storia e garantirle un presente (e un futuro) sereno.

Tratto dal libro Lacrime di sale: La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza di Lidia Tilotta e Pietro Bartolo, Nour porta sul grande schermo la vicenda umana e professionale di quest’ultimo, dottore impegnato in prima linea e per tanti anni nella cura dei migranti e divenuto, perfino suo malgrado, un simbolo di generosità e apertura verso l’altro. Il titolo del film di Maurizio Zaccaro si riferisce alla bimba siriana protagonista, personaggio attraverso il quale si allarga lo sguardo rispetto alle quotidiane e perfino alienanti attività scientifiche e umanitarie di Bartolo, poi divenuto anche europarlamentare a Bruxelles e già protagonista di Fuocoammare (2016) di Gianfranco Rosi: la necessità di costruire una nuova vita dopo un viaggio in mare di tali titaniche proporzioni, il diritto a una normalità che faccia rima con l’infanzia, le insidie di un adattamento culturale né facile né immediato, impossibile da dare per scontato. I temi sono insidiosi, di flagrante attualità e non sempre serviti a dovere da un impianto opaco e altalenante, che sbanda spesso un po’ per legittimo pudore un po’ per l’esigenza di romanzare il libro di Bartolo diluendolo nei modi e nelle forme stantii e divulgativi della fiction televisiva di prima serata. Non per questo, però, Nour rifiuta o banalizza in tronco la complessità e l’intima drammaticità della storia che racconta e, per quanto tirato via in un più di un tassello narrativo in odor di retorica e nella caratterizzazione dei personaggi, preferisce una via delicata, tenue e dialettica nell’inoltrarsi in una delle frontiere, morali e fisiche, più calde della contemporaneità. Castellitto, già diretto da Zaccaro nel serial Mediaset ‘O professore, evita una mimesi anche linguistica decisamente complicata, preferendo, più saggiamente, tentare di cogliere l’impeto e l’umanità di Bartolo. Fotografia di Fabio Olmi, figlio di Ermanno. Presentato al Torino Film Festival 2019 nella sezione Festa Mobile (senza grandi echi) e distribuito in sala da Vision come evento per soli tre giorni il 10, l’11 e il 12 agosto 2020, durante un’altra estate calda di copiosi sbarchi nell’hotspot di Lampedusa, centro di primissima accoglienza (e relativo riconoscimento) per i migranti in Italia. 
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