Sandro (Nino Manfredi), romano trasferitosi a Venezia, è in crisi matrimoniale con la bella e pudìca moglie Laura (Eleonora Giorgi): l'incontro con la prostituta Rirì (Eleonora Giorgi), identica alla consorte, scatena nell'uomo dubbi sulla reale identità della donna che ha sposato.

Terza regia dell'attore Nino Manfredi (con la collaborazione di Alberto Lattuada, non accreditato) dopo L'avventura di un soldato, episodio di L'amore difficile (1962), e Per grazia ricevuta (1971). La sceneggiatura (firmata dallo stesso Manfredi con Age, Scarpelli, Silvana Buzzo, Ruggero Maccari e Giuseppe Moccia) punta all'analisi della figura femminile, sdoppiata e ricomposta nella ben nota dicotomia santa-puttana, e ammanta gli eventi di un'atmosfera onirica, morbosa e decadente, antitetica rispetto all'abituale comicità ruspante dell'attore protagonista. Ma il surrealismo, a cui evidentemente punta il film, è travolto dalla volgarità dei dialoghi («A me la cosiddetta crisi della coppia ha rotto un po' i coglioni») e da un ritmo catatonico che appesantisce in maniera insostenibile la visione. Un esperimento coraggioso e sentito, ma poco appetibile. La monoespressiva Eleonora Giorgi si rivela decisamente inadatta ai ruoli. Georges Wilson è Zanetto, Jean-Pierre Cassel (padre di Vincent) è Pireddu.