Benedetto (Nino Manfredi) cresce nel terrore del peccato: traumatizzato in gioventù e sopravvissuto a un incidente, è creduto miracolato e viene rinchiuso in convento. Ne uscirà anni dopo per andare alla scoperta del mondo: l'incontro con il cinico e ateo Oreste (Lionel Stander), padre della timida Giovanna (Delia Boccardo), cambierà la sua vita.
Commedia dolceamara sugli effetti di una religione mistificatoria e distorta. Nino Manfredi (protagonista, regista e autore della sceneggiatura con Leo Benvenuti e Piero De Bernardi) si mette in gioco appieno, accentuando la componente autobiografica (l'iter del personaggio si sovrappone a quello dell'interprete) e tratteggiando con delicatezza estrema le paure infantili (il piccolo Benedetto che teme di essere dannato per aver guardato la zia nuda), le ossessioni giovanili (il sesso come perversione, bramato ma temuto e respinto) e le disillusioni della maturità (l'inevitabile confronto con Dio in punto di morte). Un piccolo film, strabordante di umana paura, con una personalissima ma universale idea di fede: uniche pecche, la scarsa fluidità e un leggero autocompiacimento. Cast semplicemente perfetto, con menzione d'onore per lo straordinario Lionel Stander, che riesce a rendere indispensabile un personaggio a tratti didascalico. Paola Borboni è Immacolata, madre di Giovanna; piccoli ruoli per Mariangela Melato (la maestra morsa dalla vipera) ed Enzo Cannavale (il paziente della clinica). Musiche di Guido De Angelis. Presentato in concorso alla 24ª edizione del Festival di Cannes (dove si aggiudicò il premio come miglior opera prima); vincitore di un David di Donatello e di due Nastri d'argento.