I detective Mike Souder (Sam Worthington) e Brian Heigh (Jeffrey Dean Morgan) indagano sulla morte di una prostituta minorenne. Il caso si intreccia con quello di un serial killer che getta i corpi delle sue vittime in un'area paludosa chiamata Killing Fields, su cui sta indagando l'agente Pam Stall (Jessica Chastain), ex moglie di Mike. Quando scompare una ragazzina del posto, Anne (Chloè Grace Moretz), i detective iniziano una lotta contro il tempo per trovare l'assassino e salvarle la vita.

Michael Mann produce, sua figlia Ami Canaan (al secondo lungometraggio) dirige. Thriller convenzionale, parzialmente basato su una storia vera, assemblato con professionalità, ma senza dire nulla di nuovo. Anche perchè la sceneggiatura dell'ex poliziotto Donald F. Ferranone è confusa (tra perversioni, plurimi omicidi, complicazioni sentimentali, passati oscuri da dimenticare e derive religiose) e perde per strada, o sviluppa solo parzialmente, alcuni spunti narrativi interessanti come il contrasto di caratteri fra i due detective (uno rigorosamente religioso, newyorchese trapiantato nella costa Ovest e titubante; l'altro profondamente ateo, texano e risoluto). Anche lo sguardo sulla provincia americana, squallida e terrificante, non sembra particolarmente originale e il senso di minaccia latente che si annida in questi luoghi rurali funziona solo parzialmente. Ami Canaan Mann concede un chiaro omaggio al padre in una scena di inseguimento con sparatoria, ma per il resto la sua regia ha un'impronta tutto sommato acerba e non sempre ispirata.