Una lobbista di Washington implacabile e senza scrupoli (Jessica Chastain) deve lavorare affinché venga approvata una controversa legge sul controllo delle armi.

Conosciuto per film buonisti e piuttosto leggeri come Shakespeare in Love (1998) e Ritorno al Marigold Hotel (2015), John Madden cambia registro e descrive in questa pellicola il cinismo e l’arrivismo umano: al centro, infatti, c’è la descrizione del “dietro le quinte” del governo americano, della spietatezza dei politici e di come per molti il “fine giustifichi i mezzi”. Più che voler fare un’opera di denuncia che, su questi temi, sarebbe probabilmente molto banale, Madden si concentra sulla rappresentazione di una “lobbista”, seguendo il suo modus operandi e cercando tramite questo di dare vita a un disegno più ampio inerente alla politica a stelle e strisce. Miss Sloane, però, funziona fino in fondo soltanto nella descrizione del personaggio, ben scritto e ancor meglio interpretato da un’intensa Jessica Chastain, mentre quando si prova ad aprire lo sguardo alle istituzioni di Washington la sceneggiatura (firmata dall’esordiente Jonathan Perera) è incisiva soltanto in parte. Così, il risultato è un film riuscito a metà, che parte col freno a mano tirato ma riesce a risultare sempre più avvincente col passare dei minuti. Notevole e serrata, la seconda parte della pellicola coinvolge e colpisce nel segno fino all’ultima sequenza.