I coniugi Curtis (Michael Shannon) e Samantha (Jessica Chastain) vivono tranquillamente in provincia con la piccola figlia Hannah (Tova Stewart), fino a quando il padre inizia ad avere delle strane visioni premonitorie che lo spingeranno a costruire un rifugio nel giardino di casa. Jeff Nichols si affida a una semplice ed efficace formula capace di caratterizzare l'intera pellicola: inserire una "variabile impazzita" in un contesto di “normalità”, stravolgendone irreparabilmente l'equilibrio. Take Shelter è un fiume in piena che cresce di ritmo e intensità, raggiungendo sul finale delle vette drammatiche uniche. Picchi che hanno il volto di Michael Shannon, bravissimo nell'interpretare tutte le sfaccettature di uno sfigurato protagonista che passa rapidamente da uomo medio a folle visionario, nuovo profeta incompreso e ghettizzato. Nella parabola è altrettanto importante la prova di Jessica Chastain, fondamentale nel dare vita a una figura femminile forte e sempre al fianco dell'enigmatico marito, disposta a credergli nonostante l'ostracismo incredulo della comunità. L'apocalisse è trasposta dalla mente di Curtis sullo schermo grazie a effetti speciali che rasentano l'essenzialità, in un'America di provincia cordiale e apparentemente perfetta come i giardini curati delle sue villette. Il rifugio costruito d'improvviso è metafora del luogo sicuro di cui vorrebbero disporre tutti gli statunitensi (e più in generale il mondo occidentale), minati dal nuovo millennio fatto di attacchi terroristici e crisi economiche. Vincitore del Gran Premio della Settimana della Critica al Festival di Cannes 2011.